REDAZIONE UMBRIA

Tutti assolti ma le vittime risarcite

Dopo dieci anni concluso il procedimento a farmacisti e medici, compresa la microbiologa Mencacci

Dopo 10 anni, tanti rinvii anche ai fini del risarcimento e un’accusa – rimasta nell’ombra – contro la ’cattiva’ organizzazione di un reparto, all’epoca spezzettato, sulle sacche infette c’è la parola fine. Il giudice ha assolto due farmaciste e due microbiologhe dell’ospedale di Perugia, così come sollecitato anche dal pm Paolo Abbritti, al termine del rito abbreviato. La vicenda è quella tragica delle sacche di nutrizione parenterale infettate dal batterio "pantoa agglomerans" che provocarono la morte di tre pazienti nel 2011. Dopo una super perizia, il gup Lidia Brutti ha assolto dall’omicidio colposo e dalle lesioni colpose l’allora responsabile del Servizio di farmacia ospedaliera, Luigina Pieri, e la responsabile del Laboratorio galenico, Lucia Boccini, "per non aver commesso il fatto", entrambe difese dall’avvocato Francesco Falcinelli. Assolte perché "il fatto non sussiste", la professoressa Antonella Mencacci, attuale direttrice del Laboratorio di Microbiologia del Santa Maria, in prima linea contro il Covid (difesa dall’avvocato Marco Brusco) e la dottoressa Antonella Repetto (avvocati Ciaccio e Marchetti). Dirigenti, all’epoca dei fatti, del reparto di Microbiologia dell’ospedale e membri del Comitato infezioni ospedaliere, furono imputate per omissione di atti d’ufficio. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Marco Brusco: "È terminato, finalmente, un calvario durato dieci anni ma che, alla fine, è servito a raggiungere la verità". "Con l’assoluzione è così ribadita e confermata la correttezza dell’operato delle mie assistite, come sempre da loro evidenziate" – ha commentato l’avvocato Falcinelli.