"Troppi ritardi: era inevitabile"

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Nei giorni scorsi il presidente dei dirigenti umbri Franco Raimondo Barbarella (foto) aveva scritto un lungo e appassionato appello ai presidi e ai sindaci affinché si opponessero alla chiusura delle scuole e si proseguisse con la didattica in presenza. Oggi alla luce della ordinanza firmata dalla governatrice Donatella Tesei quelle parole si sono perse nel vento. Ma il professor Barbarella non sembra stupirsi più di tanto. "Sono molto amareggiato – dice - questo sì. Ma ormai visto l’andamento della pandemia e l’impennata dei contagi davo quasi per scontata la decisione della presidente Tesei. Era inevitabile che il sistema non potesse reggere – prosegue il rappresentante dei dirigenti umbri –. Si è perso tempo e sono stati fatti tanti errori. Non tanto per carenze imputabili alle scuole, piuttosto per il problema dei trasporti, del collasso della sanità e del complesso sistema dei controlli".

Intanto anche la segretaria della Cisl Scuola, Erica Cassetta, aveva rivolto un appello alla Regione per garantire le lezioni in presenza. "La soluzione – osserva la sindacalista – non è la chiusura delle scuole. Gli studenti umbri trascorrono il tempo dell’istruzione in luoghi resi sicuri dal loro impegno e da quello del personale docente ed Ata che mette in atto tutte le misure per garantire l’offerta formativa in sicurezza. I problemi nascono immediatamente prima dell’ingresso a scuola ed immediatamente dopo l’uscita, l’emergenza riguarda i mezzi pubblici, non le mura degli istituti". La Cisl nel sollecitare un piano straordinario dei trasporti, torna anche a fare pressing per la convocazione del Tavolo regionale sulla sicurezza, sollecitato ormai da tempo.

Silvia Angelici