L’impresa di Alessio: attraverso l’Atlantico a bordo di una mini barca

Campriani ha adattato lo scafo di un Tridente 16: solo cinque metri di lunghezza e non abitabile, senza cabina né bagno né zona di cottura

Alessio Campriani, velista in solitaria

Alessio Campriani, velista in solitaria

Città di Castello (Perugia), 8 aprile 2023 - Gli imprevisti del mare, le onde altissime, qualche infortunio, il vento contro, ma alla fine Alessio Campriani ce l’ha fatta. Ha portato a termine la sua impresa: attraversare l’Oceano Atlantico con una barca minuscola, di soli 5 metri, costruita e progettata a Città di Castello. Partenza da Lagos, in Portogallo fino a Guadalupa, nei Caraibi dove è arrivato mercoledì mattina alle 7,40 italiane circa. Il navigatore tifernate è stato trainato nel porto di Pointe-à-Pitre a bordo di “Cepu Pinky I“, la sua piccola deriva trasformata in barca oceanica (si tratta di uno scafo di un Tridente 16 riadattato per l’occasione). Nonostante le innumerevoli difficoltà incontrate durante il tragitto Alessio è riuscito a completare il suo percorso: "Negli ultimi giorni la navigazione è stata rallentata dalla mancanza di vento e ho dovuto razionare viveri e acqua, poi diverse avarie a bordo, tra cui la rottura di una delle vele e vari piccoli problemi di salute, ma sono felice e devo dire un grazie a tutte le persone che hanno collaborato a questa impresa", racconta. Durante il viaggio, che è iniziato a febbraio, due interruzioni: forti raffiche di vento, onde altissime, danni alle vele e alle attrezzature di bordo che però non gli impediscono di proseguire verso la meta.

"Vale la pena ricordare – dice ancora Alessio – che l’imbarcazione non è abitabile: non ha cabina né bagno né zona cottura. Non è dotata di spazi vivibili al coperto a eccezione di una cellula di sopravvivenza di 1 metro quadrato, utilizzabile solo in caso di emergenza". La Pinky I è stata costruita in modo artigianale da Alessio insieme al suo team tecnico per compiere un’impresa a dir poco audace: attraversare l’Oceano Atlantico da solo, senza motore né assistenza. Quello che rende ancora più incredibile la sua storia è il fatto che Alessio è nato e vissuto a Città di Castello, in Umbria, l’unica regione dell’Italia centrale che non si affaccia sul mare. Dopo aver completato e testato la sua barca, Alessio parte da Lagos in Portogallo, il 4 novembre 2022, con l’intenzione di raggiungere Guadalupe, ma a causa di un problema di salute interrompe momentaneamente la traversata. Dopo quasi 3 mesi, il 27 febbraio scorso riparte, ma altri problemi lo costringono a dirottare verso le isole di Capo Verde dove si ferma alcuni giorni. Si rimette in mare il 13 marzo dirigendosi a sud per uscire dalle isole e poi a ovest, verso i Caraibi, davanti a sé ha 2 mila 100 miglia, circa 20 giorni di navigazione, senza motore né assistenza, guidato a distanza dal team tecnico che lo segue composto da Stefano Provincia (maestro d’ascia), Federico Rossi (docente di Ingegneria dell’Università di Perugia), Franco Milli (vicepresidente del Circolo Velico) e Federico Minelli (fotografo professionista).