Traffico illecito di cuccioli dalla Romania

Avviso di conclusione delle indagini a due perugini. Cagnolini introdotti in Italia privi di documentazione identificativa e sanitaria

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Avere venduto cani meticci provenienti dalla Romania spacciandoli come animali "di razza", maltese, è l’accusa che la Procura di Perugia contesta a due indagati residenti nel capoluogo umbro ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Accertamenti svolti dal personale dei Servizi veterinari dell’Usl Umbria 1, "Uos randagismo" coadiuvati dai carabinieri del Nas. Dalle indagini è emerso che i due avrebbero importato dalla Romania almeno 17 cuccioli, di nemmeno 12 settimane di età, poi venduti - in base alla ricostruzione fornita dagli inquirenti attraverso una nota della Procura - per origine e provenienza diversa rispetto a quanto dichiarato agli ignari acquirenti. Attraverso una presunta falsa attestazione di provenienza, gli indagati (uno veterinario e l’altro proprietario dei cani) dichiaravano che i cuccioli, acquistati in Romania, venivano identificati come italiani e di razza maltese. Per gli investigatori in realtà si trattava di cuccioli di provenienza romena e meticci poiché senza documento di riconoscimento associato agli animali di razza (il cosiddetto pedigree). Con la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari (per le quali la Procura non ha ritenuto di dover procedere ad archiviazione) gli indagati potranno presentare, anche per il tramite i rispettivi legali, documenti a sostegno delle proprie tesi difensive chiedendo di essere sottoposti ad interrogatorio.

Il maxi-blitz dei Carabinieri del Nas, di concerto con il ministero della Salute, è scatatto in 876 tra canili e gattili su tutto il territorio nazionale. Sono state sequestrate in totale 26 strutture e 871 animali, inflitte sanzioni a 29 persone per violazioni penali e a 230 per illeciti amministrativi, per complessivi 180 mila euro. Le principali violazioni - è risultato irregolare il 27% delle strutture, pari a 244 unità - hanno riguardato carenze igienico e strutturali ed autorizzative degli ambienti destinati al ricovero e con box in alcuni casi costruiti abusivamente e in dimensioni non sufficienti. Accertato anche lo smaltimento irregolare delle carcasse di animali, l’omessa registrazione degli animali all’anagrafe canina, e la gestione irregolare dei farmaci.