Covid Umbria, le terapie intensive scoppiano. L'assessore: "Arriveremo a 200 posti letto"

Secondo Agenas il livello di saturazione è al 58%. All’ospedale di Perugia in corso i lavori per l’attivazione del modulo Arcuri con altri 10 posti, 44 in tutta la regione

Il cantiere per l’installazione del nuovo modulo Arcuri davanti all’ospedale di Perugia

Il cantiere per l’installazione del nuovo modulo Arcuri davanti all’ospedale di Perugia

Perugia, 24 febbraio 2021 -  L’Umbria con 552 ricoveri-Covid di cui 79 in Rianimazione è ancora al 58 per cento di tasso di occupazione delle Terapie intensive, il che dovrebbe significare che ci sono attualmente 136 posti in tutta la regione. "La situazione peggiore d’Italia" dove invece sono occupati in media il 24% per cento dei posti totali disponibili, secondo Agenas, nel suo monitoraggio giornaliero. Dati non dissimili da quelli dell’Iss che, nell’ultimo Report aveva inserito l’Umbria oltre il 60% di occupazione quando la soglia critica è al 30%, oltre cui viene messa a rischio l’assistenza per altre patologie.

Solo l’Abruzzo con il 39% è seconda in classifica dopo l’Umbria. Mentre Marche, Molise, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano sono 33%. L’Umbria quindi ha attualmente 136 posti ma non si sa se ricomprendano anche i 12 dell’ospedale da campo, pronto, collaudato e da ieri anche con la possibilità di essere aperto con i medici lombardi ma attualmente fermo. Sicuramente non sono ricompresi i 44 posti finanziati dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per 8 milioni di euro, nei container in corso di realizzazione davanti agli ospedali di Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno.

La partita delle Terapie intensive resta una delle più dibattute dall’inizio della pandemia e anche la meno chiara perché lo stato maggiore della sanità ha sempre spiegato di usare il metodo della flessibilità per aprire e chiudere le rianimazioni-Covid a seconda delle esigenze ma il conteggio della cabina di regia viene fatto sul totale disponibile.

A gennaio la presidente della Regione, Donatella Tesei quando la curva non aveva subito l’impennata aveva detto di voler schierare, entro febbraio 183 posti di terapie intensive per far fronte a quella che all’epoca era una "possibile terza ondata e per liberare, nel frattempo – aveva spiegato – , i reparti dove andranno a insistere gli interventi di restyling complessivo già finanziati dal Governo con 25 milioni di euro".

Ieri invece l’assessore alla sanità, Luca Coletto rispondendo a un’interrogazione in consiglio regionale ha detto di voler "riparametrare la necessità di nuovi posti letto, con l’obiettivo di arrivare a 200 di terapia intensiva, anche con i moduli che stiamo costruendo" aggiungendo che "nel 2021 sono previste 1.500 assunzioni e riusciremo a soddisfare le necessità legate all’emergenza".

In consiglio nessun cenno invece all’ipotesi terzo ospedale dedicato al Covid di cui aveva parlato nei giorni scorsi la stessa Governatrice.

Il maggior carico c’è sull’ospedale di Perugia che ieri contava 153 ricoveri di cui 26 in Terapia intensiva e, secondo il direttore generale Marcello Giannico c’erano ancora 4 posti liberi che raddoppieranno, se non più, con l’apertura dei posti ricavati nelle sale operatorie del blocco Trancanelli, gestiti dai medici lombardi appena arrivati in Umbria. Per adesso invece, salvo emergenze, Giannico non intenderebbe aprire l’ospedale da campo di più complessa gestione peraltro.

Eri.P.