Attanasio, le suore di Spoleto: "Grande nobiltà d'animo"

Così le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto hanno parlato dell'ambasciatore italiano in Congo ucciso in un attentato

Luca Attanasio (Facebook)

Luca Attanasio (Facebook)

Spoleto, 22 febbraio 2021 - «Un 'angelo' in carne ed ossa», una persona di «grande nobiltà d'animo e stupenda umiltà», oltre che di «squisita sollecitudine e umanità». Era il 29 settembre scorso e le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto - congregazione fondata a fine '800 a Cannaiola, frazione di Trevi (Perugia) - parlavano così dell'ambasciatore d'Italia nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, morto oggi in un attentato. Quello stesso giorno - come si evince da un comunicato pubblicato sul sito internet della congregazione - il diplomatico era stato ricevuto a Roma, insieme alla moglie Zakia, dalla curia generalizia dell'istituto religioso, che lo aveva voluto ringraziare personalmente per l'impegno profuso nel rimpatrio di suor Annalisa Alba, missionaria da anni in Congo, dove, colpita dal coronavirus, si era gravemente ammalata, fino a trovarsi in fin di vita.

Grazie alla rete di «attenzioni e solidarietà» innescata dal «giovanissimo e competente» ambasciatore tra altri «angeli collaboratori» - così continuava il comunicato - la religiosa, in più step, è stata portata da Butembo a Goma e infine in Italia, «assistita con la massima cura», fino all'ospedale Spallanzani di Roma, dal quale è stata successivamente dimessa dopo essere guarita. «Ho fatto il mio dovere, è il mio lavoro» aveva risposto Attanasio di fronte alla gratitudine mostrata dalle religiose, sempre secondo quanto riferiva il comunicato pubblicato sul sito internet della congregazione. «E' vero - avevano risposto le suore - ma tutti sappiamo che una stessa azione può essere accompagnata da atteggiamenti diversi, e questo fa la differenza». Per le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, che per l'occasione avevano scattato una foto ricordo insieme ai coniugi Attanasio, «è stato bello ed edificante constatare quanto sia efficace il lavoro indefesso e onesto di tanti lavoratori dello Stato che, senza clamore, ma nella quotidianità svolgono il proprio servizio con passione e dedizione».