Sos-violenza domestica Troppe vittime di abusi si fermano alle segnalazioni

Dal Centro di sostegno folignate emerge che spesso le vittime, dopo i colloqui iniziali, non chiedono di accedere alla ’presa in carico’. Intanto in Umbria il fenomeno è in aumento.

Sos-violenza domestica  Troppe vittime di abusi  si fermano alle segnalazioni

Sos-violenza domestica Troppe vittime di abusi si fermano alle segnalazioni

In Umbria sono in aumento i casi di violenza sulle donne. Violenza per lo più domestica, nel chiuso delle mura di casa, che diventano una trappola. Gli ultimi dati ufficiali hanno raccontato di tremila donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza della regione negli ultimi cinque anni. Una media di 23 al giorno. La situazione folignate, costantemente monitorata dal Centro antiviolenza, attivo e punto di riferimento, in collaborazione stretta con le strutture comunali guidate dall’assessore alle Pari opportunità, Paola De Bonis, aggiungono un tassello al contesto, ovvero il gap tra le nuove chiamate al centro antiviolenza e le prese in carico effettive, ovvero chi decide di iniziare un percorso. Il tutto in un trend a Foligno di leggero calo delle nuove chiamate. Da gennaio ad aprile sono state 20 le donne che si sono rivolte al Cav. Nel 2022, negli stessi mesi, erano state 25. Nello specifico, ad aprile 2023 le nuove chiamate sono state quattro, di cui tre prese in carico. A marzo sette nuove chiamate e tre prese in carico. A febbraio tre nuove chiamate e una presa in carico; a gennaio sei nuove chiamate e tre prese in carico. Numeri che, confrontati con il 2022, sembrano essere nello stesso trend. Andando a ritrovo, a dicembre 2022 le nuove chiamate sono state sei, di cui una presa in carico. A novembre 10 e quattro, a ottobre quattro e due. A settembre quattro nuove chiamate e due prese in carico, ad agosto cinque e una; a luglio quattro nuove donne hanno chiesto informazioni al Centro antiviolenza e una è stata presa in carico. A giugno 2022 cinque nuove chiamate e una presa in carico; a maggio nove nuove chiamate e due prese in carico; ad aprile sei e due; a marzo sette e due, a febbraio cinque e due, a gennaio sette e tre. I dati non sono necessariamente collegati ad una difficoltà nella denuncia degli episodi, perché il Centro si è trovato a prendere in carico anche donne che avevano più volte denunciato e hanno deciso di intraprendere il percorso del Cav solo dopo la condanna del marito. "Il Centro – spiega l’assessore De Bonis – è attivo ed è vivo il nostro impegno affinché funzioni. Dalla nascita abbiamo lavorato nella comunicazione e nelle scuole, affinché diventasse un punto di riferimento noto". La struttura si configura come un Centro antiviolenza non residenziale, aperto cinque giorni a settimana.

Alessandro Orfei