SARA MINCIARONI
Cronaca

Sindaco finisce a processo. La Corte d’Appello annulla il proscioglimento

L’accusa è truffa, il gruppo Pd in Regione e il nodo dei contributi previdenziali. Sandro Pasquali: "Provvedimento non condivisibile ma resto fiducioso".

L’accusa è truffa, il gruppo Pd in Regione e il nodo dei contributi previdenziali. Sandro Pasquali: "Provvedimento non condivisibile ma resto fiducioso".

L’accusa è truffa, il gruppo Pd in Regione e il nodo dei contributi previdenziali. Sandro Pasquali: "Provvedimento non condivisibile ma resto fiducioso".

Il 3 giugno del 2026 affronterà il processo il sindaco Sandro Pasquali, rinviato a giudizio dalla Corte d’Appello. L’accusa è truffa aggravata, dal fatto che il reato contestato sarebbe stato commesso ai danni del Comune di cui è a capo per tutto il tempo in cui sono stati versati i contributi previdenziali derivanti dall’ assunzione da parte del gruppo regionale del Pd (come impiegato di staff ai consiglieri regionali) dal 2020 al 2022. Accusa dalla quale Pasquali era stato prosciolto dal gup a settembre del 2023, decisione poi impugnata dalla Procura guidata da Raffaele Cantone e rappresentata martedì mattina dal procuratore generale Sergio Sottani davanti ai giudici d’Appello. Secondo l’accusa, Pasquali "veniva assunto nel febbraio del 2020 dallo stesso Gruppo del Pd regionale e dopo un mese otteneva l’aspettativa senza stipendio, giustificando tale sua richiesta proprio con le funzioni sindacali svolte. Con l’aspettativa – sostiene la Procura –, Pasquali otteneva, però, il versamento dei contributi previdenziali da parte del Comune di Passignano". Secondo l’accusa il versamento è da ritenersi indebito, in quanto l’instaurazione del rapporto di lavoro è considerata fittizia e finalizzata solo allo scopo di ricevere il beneficio. Durante le indagini Pasquali aveva chiesto di essere interrogato e aveva rivendicato "la correttezza del suo operato, contestando l’assunto dell’accusa sulla strumentalità dell’instaurazione del rapporto di lavoro". Ancora oggi il sindaco resta "del tutto fiducioso" e, "nel rispetto dalla magistratura, ritengo però lo scarno provvedimento della Corte d’Appello non condivisibile e non altrettanto completo ed esaustivo sui vari profili di fatto e di diritto affrontati dalla articolata sentenza del gup, che aveva disposto il non luogo a procedere. In ogni caso, l’aver ora disposto la prosecuzione del giudizio, costituisce una semplice esplicitazione della supposta necessità di effettuare l’approfondimento dibattimentale e nulla di più". Nell’accusa era stato anche quantificato il danno "in conseguenza dell’aspettativa riconosciutagli – è scritto - al versamento degli oneri assistenziali e previdenziali pari ad euro 454,43 per ogni mese e ad euro 871 per il mese di dicembre", da cui "l’ingiusto profitto pari alla maturazione dei diritti previdenziali conseguenti il versamento dei contributi con danno per il Comune".