REDAZIONE UMBRIA

Si finge morto per incassare i soldi dell’assicurazione

Un piano minuzioso, con documenti falsificati e un incidente stradale “fatale“ mai avvenuto. Ora sono a giudizio lui, la mamma e altri cinque parenti

Il piano deve essergli sembrato geniale. Così tanto da non aver avuto dubbi riguardo la sua esecuzione né, tantomeno, riguardo il coinvolgimento dei suoi familiari. Ma il lieto fine, così come il protagonista lo attendeva, ovvero i soldi dell’assicurazione sulla vita da spendere a piacimento, non c’è stato. Anzi. Lui, sua madre e altri cinque familiari sono finiti nei guai per frode assicurativa e falso: la Procura della Repubblica di Milano ha chiesto per tutti loro il rinvio a giudizio.

Il “piano“, ideato e messo in atto a Spoleto, prevedeva questo: lui si sarebbe finto morto dopo aver stipultato un’assicurazione sulla vita; i parenti avrebbero ritirato il premio e tutti insieme avrebbero goduto di quel gruzzoletto. L’uomo, quindi, ha documentato minuziosamente la sua morte in un incidente stradale, ovviamente mai accaduto.

Per riuscire nel suo intento ha utilizzato la documentazione di un altro incidente avvenuto qualche tempo prima a un familiare. Quindi ha denunciato la sua morte alla compagnia di assicurazione, falsificando anche tutta una serie di documenti compreso il certificato di morte, indispensabile per arrivare al denaro.

L’obiettivo, come detto, era incassare la polizza contratta dieci giorni prima del finto incidente stradale: una stipula che era un tassello essenziale nel piano del “finto morto“.

Ad avere i primi sospetti è stata la compagnia assicurativa, peraltro dopo aver già liquidato la somma pattuita, 90mila euro, dalla “vittima“. A non convincere gli addetti dell’assicurazione è stato il comportamento della mamma della presunta vittima della “tragedia“: avanzava continue richieste, non ritenendo soddisfacente quanto liquidato fino a quel momento. E’ allora che la compagnia assicurativa ha approfondito i controlli sulla pratica. Che convinceva sempre di meno. Tanto da spingere gli addetti dell’assicurazione a denunciare lo “strano caso“.

Sono stati gli agenti della Polizia Stradale di Perugia ad accertare che il documento dell’incidente realmente accaduto al fratello del truffatore era stato falsificato proprio come la cartella clinica del padre, il verbale di ricovero, la documentazione Inail di un congiunto con lo stesso cognome, fino alla scheda di morte Istat. Insomma, aveva “collezionato“ i documenti di altri, tutto in famiglia, e aveva provveduto a falsificarli per come gli serviva per il suo piano.

La vicenda si è conclusa nei giorni scorsi con la richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, dell’uomo, di sua madre e di altre cinque persone appartenenti allo stesso nucleo familiare per i reati di frode assicurativa e falso.