Sette anni per violenza sessuale

Uno spoletino di 24 anni condannato a Como per una vicenda del 2018. Le vittime erano minorenni

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Sette anni di reclusione e 70mila euro di provvisionale. È la pesante condanna del tribunale di Como nei confronti di tre giovani per il reato di violenza sessuale nei confronti di due minorenni. Tra i tre imputati c’è anche uno spoletino di 24 anni, di origini albanesi, che all’epoca dei fatti era appena maggiorenne e lavorava proprio nella zona del lago. Era l’estate del 2018, precisamente il mese di agosto, quando i tre, insieme a un quarto ragazzo (ancora sotto processo perché il tribunale ha rinviato gli atti alla Procura), avrebbero violentato due ragazze dell’età di 17 anni. Ebbene all’epoca scattò immediatamente la denuncia da parte delle due ragazze e tre dei quattro giovani coinvolti nella vicenda finirono in manette. Il gip non convalidò l’arresto, perché il racconto delle vittime inizialmente presentava alcune contraddizioni e lacune, ma poi sono proseguite le indagini ed è comunque iniziato il processo penale di primo grado dinnanzi al tribunale di Como per il reato di violenza sessuale. Le persone coinvolte nella vicenda si sarebbero conosciute in un locale notturno. Le due ragazze avrebbero accettato un passaggio in auto e le violenze sessuali si sarebbero consumate al lido di Menaggio, proprio sulle sponde del lago, in piena notte. In base ad una ricostruzione dei fatti, i tre avrebbero abusato prima di una delle due che era ubriaca, poi anche dell’altra intervenuta per difendere l’amica. A quanto pare proprio quella sera il giovane spoletino avrebbe festeggiato il suo 19esimo compleanno. La sentenza di primo grado è già arrivata da un po’ di tempo, ma il tribunale di Como proprio in questi giorni ha reso note le motivazioni che hanno portato alla pesante condanna. Per la ricostruzione dei fatti sono state fondamentali le deposizioni delle due vittime, che hanno raccontato particolari fondamentali al fine di permettere al giudice di accertare la colpevolezza degli imputati.

Colpevolezza che gli avvocati della difesa cercheranno si smontare nel secondo grado di giudizio perché sono già pronti a ricorrere in appello. L’obiettivo è quello di ribaltare completamente la sentenza di primo grado, riuscendo a dimostrare l’innocenza dei propri assistiti. In via subordinata c’è anche l’ipotesi di una riduzione della pena. Nel procedimento penale le due giovani vittime, oggi maggiorenni, sono costituite parte civile ed il giudice nei loro confronti ha già stabilito una provvisionale per il risarcimento danni di 70mila euro.

D. M.