DONATELLA MILIANI
Cronaca

«Un maxi-gregge per i terremotati di Cascia, così ci si aiuta tra pastori» / VIDEO

Festa per migliaia di persone. «Sa Paradura» è una tradizione sarda. All’evento anche gli Istentales e Tullio De Piscopo

Nel tragitto in nave dall’isola sono nati anche diversi agnellini. Evento considerato beneagurale

Cascia, 3 aprile 2017 – In Sardegna c’è un termine che definisce un sentimento di fratellanza tra pastori: «Sa Paradura». In passato, un incendio, una calamità, una disgrazia, potevano impoverire gli allevatori. Tra i conoscenti era usanza regalare una pecora per aiutarli a ripartire riformando il gregge. Con questo spirito sono partite dal porto di Olbia a bordo di una nave della Moby Tirrenia mille pecore donate da circa 600 pastori sardi a favore di 38 aziende che operano a Cascia duramente colpite dal recente terremoto.

A bordo un esercito di 300 persone coordinato dai responsabili di Coldiretti (Battista Cualbu), Protezione Civile (Emilio Garau), Agris (Sandro Salvatore Delogu), Casic (Gianni Porcu) e Gigi Sanna (Istentales). «Ci siamo sentiti in dovere di regalare una pecora ai nostri amici pastori di Cascia – ha detto quest’ultimo –. Un gesto di solidarietà concreta che va ben oltre il valore economico dell’iniziativa».

A Cascia, giusto per rimanere nella tradizione, la consegna delle pecore agli allevatori è stata suggellata da una grande festa di musica con gli Istentales (ospite anche Tullio De Piscopo che con loro ha inciso una canzone «A mani nude» scritta e interpretata anche da Roberto Vecchioni sul terremoto.

«Una festa, una meravigliosa festa della solidarietà tra allevatori» dice Francesco Rossi della azienda agricola Rossi Rita, uno dei ’miracolati’ che aveva messo in sicurezza la propria azienda dopo il sisma del ’97 e che ha fatto parte del comitato che si è occupato della distribuzione degli animali donati dai sardi. «A scegliere casualmente i capi – ha sottolineato Garau responsabile nazionale emergenze della Protezione civile che ha operato in stretta sinergia con la Giunta Emili – un bambino, con la sua innocenza, come da tradizione». L’arrivo del gigantesco gregge e dei 300 sardi con i loro costumi tipici, ha portato a Cascia una grande allegria culminata in due cene sociali con migliaia di persone. «Quattromila i bicchieri usati solo sabato sera – dice Rossi – e la giornata domenicale è stata altrettanto stracolma di gente». «Alla generosità dei pastori sardi – fa notare Garau – si è aggiunta poi quella delle tante persone che hanno usufruito dei pasti preparati da noi a Cascia, che hanno voluto offrire dei soldi che verranno donati alle suore di clausura per l’orfanotrofio». Come da tradizione Sa Paradura non si conclude qui. «Infatti. Tra qualche tempo – conclude Garau – gli allevatori di Cascia verranno ospitati da noi in Sardegna e in maniera simbolica porteranno uno o due agnellini ai pastori sardi in segno di riconoscenza. Tra amici, perchè da ieri sono nate amicizie che dureranno per sempre». Questa mattina dopo l’ulteriore ’abbraccio’ degli abitanti di Cascia, i pastori sardi ripartiranno alla volta di Civitavecchia. Una partenza che non passerà inosservata visto che il convoglio dei mezzi si snoda per quasi un chilometro.