Ragazzo ucciso dopo rissa furiosa fuori dalla discoteca: summit dei protagonisti all'alba

Gli arrestati si sono incontrati a casa di un amico dopo la rissa

Filippo Limini

Filippo Limini

Bastia Umbra (Perugia), 17 agosto 2020 - E’ stata una notte di alcol e violenza assurda quella che si è consumata tra venerdì e sabato di Ferragosto tra il Country di Bastia Umbra e il parcheggio accanto al Palazzetto dello sport, dove è rimasto cadavere Filippo Limini Senapa, 24 anni, ucciso ancora non si capisce, se dal cazzotto che potrebbe avergli provocato un’emorragia cerebrale o dallo schiacciamento dell’addome, quando la Opel Corsa nera condotta da Brendon Kosiqi del ’gruppo’ di Bastia gli è passata sopra durante la retromarcia (davanti alla vettura c’era un muretto) e sembra abbia pesantemente lesionato anche la testa.

Adesso le indagini puntano ad accertare da una parte chi sia il responsabile della morte del ragazzo - risposte importanti arriveranno dall’autopsia -, dall’altra a individuare i componenti del gruppo rivale che alle 3 di sabato 15 agoto hanno accerchiato la Opel, mandando in frantumi anche i vetri e utilizzando, sembra, tubi di ferro o i cric delle vetture. Con l’arresto per rissa aggravata e omicidio preterintenzionale di Brendon Kosiqi, Kevin Malferteiner e Denis Hajderlliu le indagini infatti non sono ancora concluse e i carabinieri della compagnia di Assisi - agli ordini del tenente colonnello Marco Vetrulli - stanno ancora sentendo i testimoni per dare un nome e un volto al ‘gruppo’ spoletino.

Alcuni sarebbero già stati identificati. Anche perché la rissa aggravata contestata ai tre arrestati deve necessariamente avere altri partecipi. Tutto comincia dopo la mezzanotte all’interno del locale: il Country è una storica discoteca umbra e ha organizzato una serata per Ferragosto. Le due compagini - spoletini da una parte, bastioli dall’altra - iniziano a discutere e spintonarsi forse per chi si è fatto servire per primo al bar. I buttafuori del locale si mettono in mezzo per dividerli ed evitare situazioni spiacevoli. Ma il peggio viene dopo.

Quando Brendon, Kevin e Denis escono per tornare a casa scoppia il parapiglia. I primi due sono in macchina insieme e si avviano verso la Opel, Kevin è autonomo e aspetta all’ingresso del locale insieme a due ragazze minorenni, già sentite dai militari. Ma quando Brendon cerca di farsi largo tra la folla con l’auto, suonando anche il clackson, scoppia l’inferno. I due amici scendono: volano minacce e schiaffi. Poi riprendono l’auto. Pochi istanti dopo l’Opel viene circondata. Gli indagati parlano di una ventina di persone e, probabilmente, ’armate’ come dimostrano i segni lasciati sulla carrozzeria.

In auto sale anche Kevin. Ma quando gli aggressori sfondano prima il lunotto posteriore e poi due finestrini posteriori scende e assesta un colpo proprio contro Filippo. Il 24enne cade a terra, cerca di rialzarsi ma non ce la fa e resta sul selciato. Il 19enne alla guida viene colpito al volto: con l’auto circondata, troppo alcol in corpo e tanta paura, Brendon ingrana la retromarcia e investe il corpo di Filippo. Non poteva andare avanti perché c’era un muro. Dirà di non essersi accorto. Nella manovra rocambolesca sfascia una vettura in sosta e riparte. Mentre Denis resta lì e vede in diretta la scena dell’investimento, come pura un’altra amica che dirà di aver notato i ’piedi’ del ragazzo uscire da sotto la Opel. Il summit tra i bastioli avviene poco dopo a casa di un quarto ragazzo che aveva lasciato il Country molto prima. E’ Kevin a raccontare l’accaduto e di aver visto il corpo del ragazzo rimasto a terra, apparentemente senza vita. Si fa strada l’ipotesi della tragedia. Mentre davanti al Country scatta la macchina dei soccorsi. "C’è un ragazzo investito" è la comunicazione al 118. La realtà sarà ben più amara.