REDAZIONE UMBRIA

Rifiuti, passo indietro sulla raccolta. In Umbria calano i comuni ’ricicloni’: "Organico, male la differenziata"

Dati negativi dal rapporto presentato da Legambiente: otto municipi hanno perso la qualifica ’green’. Il presidente Zara: "No alla soluzione facile dell’inceneritore, occorre lavorare di più sulla qualità".

Rifiuti, passo indietro sulla raccolta. In Umbria calano i comuni ’ricicloni’: "Organico, male la differenziata"

Quest’anno sono nove i Comuni ‘ricicloni’ umbri, uno in meno rispetto allo scorso anno e ben otto in meno rispetto al 2019. Tutta colpa del sempre più preoccupante peggioramento nella qualità della raccolta dell’umido di diversi comuni e questo malgrado i criteri siano stati leggermente modificati e resi meno restrittivi, e nonostante gli obiettivi del nuovo Piano regionale rifiuti siano di fatto al ribasso rispetto a quelli già stabiliti in passato dalla stessa Regione.

A spiegarlo Maurizio Zara, presidente regionale di Legambiente in occasione della presentazione del rapporto ’Comuni Ricicloni 2023’, avvenuto ieri a Magione. "Volendo trovare una lettura positiva – spiega Zara – c’è che aumenta l’elenco dei comuni che avrebbero un dato di differenziata elevato, ma che invece fanno parte degli esclusi proprio perché hanno abbassato la qualità della raccolta dei rifiuti organici, venendo così esclusi dalla classifica (19 comuni in totale tra cui anche Narni, Bastia Umbra, Todi e Terni). Eppure, questa dinamica segnala che un problema c’è, e secondo noi c’entra qualcosa il voler sempre tornare a pensare alla soluzione facile (l’inceneritore) di fronte al problema complesso della gestione delle tante tipologie di materiali e prodotti che finiscono nei rifiuti. Al contrario il mantra dovrebbe essere: lavorare sui dettagli perché la qualità è un fattore dirimente".

Per essere premiati come comuni ricicloni umbri, il criterio selezionato da Legambiente Umbria è il rispetto dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata, che a livello regionale è stato fissato al 72% al 2028 (come obiettivo di piano intermedio, ma meno ambizioso dell’obiettivo che la regione si era data in precedenza per il 2018 con il 72,3%) e il produrre un rifiuto organico con una qualità media superiore o uguale al 95%, ovvero con presenza di materiale non compostabile inferiore al 5%. Infine Zara ha parlato del nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti umbro, che "è troppo sbilanciato sull’incenerimento e ancora una volta poco concentrato sulle possibili azioni concrete legate alla riduzione dei rifiuti, al riuso e al miglioramento della qualità delle raccolte finalizzate al riciclo. La tempistica di realizzazione dell’inceneritore è fissata al 2028, e rappresenta palesemente un’occasione persa per organizzare e rafforzare il percorso verso l’economia circolare regionale e accelerare la transizione ecologica dell’Umbria. Occorre invece – ha concluso – mantenere alta l’attenzione sul percorso di crescita qualitativa, ma anche quantitativa perché gli obiettivi del piano (75% nel 2035) sono in assoluto ben più modesti di quelli fissati da altre regioni, sempre sopra l’80% e in tempi più rapidi".