Piovani: "La laurea? Un’emozione fortissima"

Il compositore ha ricevuto il dottorato Honoris Causa, che dedica alla madre. "La musica non è solo brutta o bella ma deve parlare di noi"

PERUGIA

Rispetto ai tanti riconoscimenti, oltre che premi, ricevuti in carriera "questo era un tassello mancante: lo dedico a mia madre". Si emoziona il maestro Nicola Piovani quando spiega, ai microfoni dei giornalisti a fine cerimonia, le sensazioni che ha provato ricevendo dall’Università degli Studi di Perugia il Dottorato Honoris Causa in “Storia, arti e linguaggi nell’Europa antica e moderna“.

"Ho studiato Filosofia alla Sapienza – racconta e non mi sono mai laureato e l’unico dispiacere è che mia madre non è qui oggi perché non avevo ancora ottenuto quel pezzo di carta a cui teneva". L’ingresso in aula Magna è stato fatto insieme al corteo della commissione, presente il professor Alessandro Tinterri, che ha accompagnato il candidato per tutto il cerimoniale e ricordato le tappe principali della sua carriera: le tante collaborazioni, tra cui quella con De Andrè, l’attività di compositore per il cinema e quindi le sinergie con grandi registi come Bertolucci, Moretti, Fellini, i fratelli Taviani. E naturalmente la consacrazione della sua carriera, l’Oscar vinto nel 1997 per le musiche de "La vita è bella".

"Tradurre la musica in parole è sempre difficile, soprattutto da chi è abituato a maneggiare le note - spiega Piovani, durante la lectio doctoralis “La lingua della musica, ieri e oggi“ -. Il suono non è musica è solo un mattone di questa. E’musica invece la composizione, anche se l’esaltazione che è stata fatta del timbro ha portato ad un pensiero che ha accorpato la musica alla bellezza. Ma la musica non è solo bellezza, è linguaggio, perché racconta anche la bruttezza. Ora c’è bisogno di musica che racconti di noi, dell’oggi, della contemporaneità".

Dopo aver ricevuto la pergamena dal rettore Maurizio Oliviero, Piovani ha eseguito un brano al pianoforte, tratto da “La notte di san Lorenzo“, il film dei Taviani ispirato alla Resistenza. "Mi sembra giusto vinca la musica dopo tante parole. Sono anni - afferma il compositore - che bisogna tenere a mente, la memoria è molto importante. Invece quei valori hanno subito degli attacchi leciti ma anche illeciti, c’è qualcuno che ha voluto dimenticare. E quindi dedico questo brano a tutti gli smemorati, che sono tanti". Il messaggio ai giovani: "Conoscere prima di scegliere. Non si può scegliere tra Wagner e i Maneskin se non si conoscono tutti e due. Ma questo consiglio vorrei darlo anche agli anziani non solo ai giovani".

Silvia Angelici