Nuovi “gioielli“ dal Campo della Fiera

Orvieto: le 300 maioliche ritrovate integre raccontano la vita quotidiana di un insediamento religioso

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Un ritrovamento che racconta la vita quotidiana in uno insediamento religioso la cui funzione si è protratta ininterrottamente per duemila anni, dall’epoca etrusca fino al Medioevo, dal sesto secolo avanti Cristo fino al 1400. Le ricerche archeologiche al Campo della Fiera non smettono di stupire dopo la scoperta, nei mesi scorsi, di un tempio dedicato al do etrsuce Vertumno, il sesto tra quelli riportati alla luce finora. Il nuovo ritrovamento di 300 maioliche integre in fondo ad un pozzo profondo dieci metri apre infatti nuove prospettive di conoscenza in un luogo che promette di riservare ancora molte sorprese. Lo spiega la professoressa dell’università di Macerata Simonetta Stopponi che dirige lo scavo, in collaborazione con l’unversità di Foggia. "L’eccezionalità del rinvenimento consiste non solo nello straordinario stato di conservazione dei reperti, già in fase di restauro, che serbano ancora le decorazioni e i colori intensi degli smalti, ma anche perché si tratterebbe di uno dei pochi contesti ceramici di età medievale e moderna rinvenuti in un complesso extraurbano del territorio orvietano, indagati secondo le moderne tecniche dell’archeologia stratigrafica", spiega l’archeologa. Tra i ritrovamenti, in particolare, spicca la fiaschetta di un pellegrino della metà del Duecento. Numerose sono le maioliche di età rinascimentale, provenienti dalle principali botteghe umbre e alto laziali, e vendute dai mercanti che accorrevano stagionalmente per partecipare alle fiere. I reperti in metallo, tra cui roncole, accette, falcetti e rasoi per la concia delle pelli, ci raccontano la vita quotidiana del convento e della comunità dei contadini della pieve.

Il pozzo in cui sono state rinvenute le maioliche, che ancora oggi raccoglie l’acqua proveniente dalla falda sotterranea, "rappresentava la riserva idrica del convento medievale di San Pietro in vetere e fu utilizzata anche dopo l’abbandono del complesso ecclesiastico, nel corso dei mercati stagionali che, come ricordano le fonti, si svolgevano accanto alla chiesa nel XV e XVI secolo"spiega Stopponi. Ora si tratta di dare corpo anche alle ricerche in atto che sono sostenute dalla fondazione Cro. Lo scorso anno c’è stato un rallentamento negli scavi anche per l’importante sforzo che la fondazione economico ha riversato nella lotta alla pandemia, ma gli archeologi si dicono sicuri che Campo della Fiera riserverà ancora molte scoperte.

Cla.Lat.