Neonato morto in un sacchetto: abbandonato vivo poi ucciso da asfissia

La madre ha confessato. La donna rischia fino a 12 anni di reclusione. Per lei denuncia a piede libero, non fermo

Il luogo in cui è stato ritrovato il neonato (Pianetafoto)

Il luogo in cui è stato ritrovato il neonato (Pianetafoto)

Terni, 4 agosto 2018 - Si è conclusa nel massimo riserbo l'autopsia sul corpo del neonato abbandonato in un sacchetto nel parcheggio di un discount alla periferia di Terni e trovato morto da una donna giovedì sera. Secondo indiscrezioni, il piccolo è stato lasciato dalla madre ancora vivo. Il bambino sarebbe morto in seguito per asfissia, per la borsa della spesa chiusa troppo stretta. Sembra, dunque, confermata la versione della madre, una 27enne di Terni incensurata, in condizioni di disagio economico, che ieri sera ha confessato, durante l'interrogatorio di garanzia durato due ore e mezzo.

Se l'autopsia confermerà la sua versione, la donna potrebbe rischiare fino a dodici anni per abbandono di minore. Quello che è certo è che al momento la 27enne è indagata a piede libero non avendo ricevuto alcun provvedimento restrittivo da parte della procura. La donna è quindi al momento libera, anche se a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Stando a quanto raccontato dalla giovane, che è disoccupata e ha già un figlio di due anni, alla base del gesto ci sono difficoltà economiche. Per questa ragione la giovane ha nascosto la gravidanza al compagno e ai familiari, per poi partorire nel bagno di casa tagliando il cordone ombelicale nel bidet e abbandonare il neonato, a poche ore di vita, nel parcheggio del supermercato, dopo aver fatto spesa. La donna, di corporatura robusta, non sembra però essere abbastanza sovrappeso da aver potuto nascondere una pancia di nove mesi. Apparsa confusa e a tratti assente, avrebbe dichiarato di avere sempre avuto il ciclo mestruale e di non aver mai fatto un controllo medico.

Intanto, emergono dettagli sul degrado sociale in cui probabilmente viveva la donna: il legale non sarebbe stato ancora contattato né dai genitori né dal compagno, con il quale la donna conviveva alla periferia di Terni. Le posizioni dei familiari sono al momento al vaglio degli inquirenti.