
Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)
Perugia, 24 ottobre 2017 - «Un ragazzo di 38 anni sanissimo, che non fumava, non beveva, non aveva nessuna patologia, e donava persino il sangue, non può entrare in ospedale per un intervento chirurgico di routine e non uscire più». Il cognato di Roberto Bordini, Ezio Galletti, è appena uscito dalla caserma dei carabinieri di Spoleto dove, insieme alla sorella, è andato a presentare un esposto per chiedere che vengano chiarite le circostanze che hanno portato alla morte del parente, padre di una bambina di appena un anno. Il 38enne è deceduto venerdì scorso in una camera dell’ospedale di Pantalla, dopo essere stato operato alle emorroidi.
L’uomo veva scelto di sottoporsi all’intervento chirurgico al polo ospedaliero della Media Valle del Tevere perché, visto l’utilizzo del laser, la degenza avrebbe dovuto essere relativamente breve e senza particolari problemi. Roberto era stato portato in sala operatoria quasi una settimana prima e, tecnicamente l’intervento era riuscito, poi però, come lui stesso ha raccontato ai parenti prima di peggiorare ulteriormente fino a morire, soffriva di dolori lancinanti. Tanto che, il giorno prima del tragico decesso, era stato sottoposto ad un esame.
Bordini infatti non era stato sottoposto a nessun intervento ulteriore. Poi, venerdì gli è salita la febbre e, in serata, ha perso conoscenza. Inutili i tentativi di rianimazione messi in atto dai medici presenti al momento del fatto. Per Roberto purtroppo però non c’è stato niente da fare. Una prima autopsia, chiamata tecnicamente riscontro diagnostico, era stata disposta direttamente dall’Asl tanto che il corpo era stato portato all’ospedale di Città di Castello, a cui Pantalla fa capo per queste eventualità.
Nel frattempo ieri la Procura di Spoleto ha bloccato ogni iniziativa e ha aperto un fascicolo d’iniziativa per omicidio colposo, poi, sempre ieri nel pomeriggio, i familiari del 38enne, assistiti dall’avvocato Piero Peppucci, sono andati a depositare un esposto in caserma.
Quindi, a questo punto, il riscontro diagnostico che avrebbe dovuto essere eseguito oggi, è stato bloccato e adesso sarà il sostituto procuratore Michela Petrini a disporre l’autopsia, effettuata nei termini di legge, verosimilmente dopo la prevedibile iscrizione nel registro degli indagati (anche in ottica garantista) dei sanitari che hanno trattato il caso di Roberto.
La famiglia ha già individuato nel dottor Luca Lalli il consulente di parte.