L’Umbria è proiettata nel futuro : "Così sapremo leggere i terremoti"

Al Polo di Ingegneria la posa della prima pietra di ’Caos’, il laboratorio per lo studio delle onde gravitazionali e dei fenomeni sismici. Il rettore Oliviero: "Ricadute sul piano scientifico, occupazionale ed economico".

L’Umbria è proiettata nel futuro : "Così sapremo leggere i terremoti"

L’Umbria è proiettata nel futuro : "Così sapremo leggere i terremoti"

Una data da non dimenticare per l’Università di Perugia: quella che con la posa della prima pietra del “Caos“ catapulta l’Ateneo, e con esso l’Umbria, al centro della ricerca internazionale. Parliamo del Laboratorio Internazionale per lo studio delle onde gravitazionali e la sismologia, tre milioni dal fondo Pnrr, che vedrà la luce entro il 2025. Un centro all’avanguardia che avrà importanti ricadute anche per la lettura dei terremoti. "L’inizio del cantiere rappresenta un passo importante verso Einstein Telescope, uno dei più affascinanti progetti che mira ad ampliare la nostra conoscenza dell’universo – sottolinea il rettore Maurizio Oliviero-. Un traguardo raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Istituto nazionale di fisica nucleare e il Dipartimento di Fisica e Geologia, con il supporto delle istituzioni locali e nazionali. Ospitare a Perugia, nel polo ingegneristico del nostro Ateneo, questa infrastruttura di ricerca e sviluppo di tecnologie d’avanguardia è motivo di grande orgoglio". "Caos – aggiunge il coordinatore del progetto professor Helios Vocca, presenti anche l’assessore Cristina Bertinelli e il presidente dell’Istituto di fisica nucleare Antonio Zoccoli - avrà importanti ricadute sul piano scientifico, tecnologico, occupazionale ed economico offrendosi come un punto di riferimento per la ricerca avanzata". Alla presentazione del progetto è intervenuto da remoto anche il ministro per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini: "Questo Centro è il presente che crea le prospettive per il suo stesso futuro. Tutto è collegato – dice Bernini -. Ciò che noi vogliamo fare insieme alla comunità scientifica, all’Università e agli Enti di ricerca è creare i presupposti per la stabilizzazione delle infrastrutture strategiche".

Silvia Angelici