Le esportazioni umbre nel 2022 hanno superato i 5,8 miliardi di euro, due terzi circa generati dalla provincia di Perugia e un terzo dalla provincia di Terni mentre il tasso di crescita nominale rispetto al 2021 ha toccato il 24% (12,7% in termini reali) a fronte del 20% nazionale. Quanto al trend del 2023 i dati non smentiscono un andamento positivo, che continua a registrare andamenti in salita nella maggior parte dei settori, soprattutto nel tessile e macchinari. Meno bene le performance della città dell’acciaio a causa dello stop della siderurgia prodotto dall’inflazione e dalla crisi produttiva della Germania. E’ il quadro delineato dal rapporto elaborato dall’Aur “Le esportazioni dell’Umbria: mercati e prodotti” illustrato ieri a palazzo Donini presenti tra gli altri l’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, l’amministratore unico dell’Agenzia Umbria Ricerche, Alessandro Campi, e l’amministratore unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa, il coordinatore dell’Osservatorio regionale, Luca Silla
"Il report - spiega Campi - offre uno spaccato dettagliato dell’export umbro per paesi e settori prevalenti.Siamo quindi partiti da una rielaborazione dei dati consuntivi forniti dalla piattaforma Coeweb dell’Istat e arrivati ad individuare i principali partner commerciali delle imprese umbre per volumi e settori, delineando così una panoramica molto dettagliata del posizionamento dell’economia regionale sui mercati esteri". Dall’analisi emerge quindi che i primi 5 partner commerciali dell’Umbria sono Germania, Stati Uniti, Francia, Spagna e Belgio, con una rilevante crescita dell’incidenza del mercato americano, grazie ad una performance dei prodotti umbri migliore di quella nazionale. L’Umbria vanta inoltre una specializzazione esportativa molto marcata, sia rispetto all’Italia, che rispetto all’Europa, soprattutto in corrispondenza dei prodotti siderurgici e negli oli e grassi vegetali e animali. "Quello di oggi è un momento di condivisione di una strategia regionale sull’internazionalizzazione ormai ben strutturata - sottolinea Fioroni - Il rapporto realizzato da Reo e Aur non vuole essere infatti una semplice analisi dell’andamento dell’export regionale, ma punta a diventare uno strumento di indirizzo, con cui testeremo le attuali politiche e grazie al quale progetteremo i prossimi interventi in maniera sempre più mirata. Una piccola rivoluzione che mette il dato e l’analisi micro del tessuto imprenditoriale regionale al centro di misure sempre più sartoriali a favore delle nostre imprese". L’assessore ha inoltre aggiunto che "sempre in quest’ottica a novembre dedicheremo un’intera giornata al premio Export Ambassador. Un premio che celebrerà le nostre eccellenze che maggiormente si sono distinte nei mercati esteri, nell’ottica di favorire la contaminazione e creare una community di imprese che scambiano i propri successi e difficoltà in un ambito dove l’esperienza spesso è lo strumento più efficace".
Silvia Angelici