ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Kaltrina, la “nuova“ vita "Sono qui grazie a voi"

La 22enne folignate è sopravvissuta a un’insufficienza epatica grave dopo un trapianto di fegato. Ora inaugura la Rianimazione di Ancona che l’ha salvata

di Alessandro Orfei

"Essere invitata all’inaugurazione dei nuovi posti letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale Torrette di Ancona per me è stato un onore. Ritrovare tutte le persone che mi hanno salvato in una sola stanza è stata una grande emozione, non finirò mai di ringraziarvi". Kaltrina Bunyak è la 22enne folignate, arrivata lo scorso anno in fin di vita ad Ancona per una grave insufficienza epatica e lì, nelle stesse stanze di cui ha inaugurato l’ampliamento, è stata salvata grazie ad un trapianto di fegato. A lei è stata diagnosticata la malattia di Wilson, conosciuta come ‘malattia del rame’, una patologia rara che ad Ancona è stata individuata.

"Vi ringrazio per quello che avete fatto per me – ha detto Kaltrina prendendo la parola durante la cerimonia – mi avete fatto sentire a casa quando la mia famiglia non c’era e non poteva essermi accanto. Mi avete aiutato e fatto un sacco di compagnia, tra medici, infermieri, oss. Vi porterò sempre nel cuore. E’ stata una grande impresa la mia, ma ce l’abbiamo fatta tutti insieme e posso essere qui, con voi, a tagliare il nastro. Mi avevano dato tre giorni di vita, ho resistito una settimana e ho potuto riprendere la mia vita". Con la ristrutturazione, al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Ancona sono stati ricavati otto nuovi posti letto di terapia intensiva, di cui due proprio dedicati ai trapianti, dotati di nuove attrezzature e moderne tecnologie. Questi si aggiungono ai dieci posti letto tuttora attivi. Il reparto è inoltre tornato nella sede originaria, dopo importanti lavori di ristrutturazione. Kaltrina, oltre alla partecipazione ad Ancona, si sta impegnando molto anche per la sensibilizzazione alla donazione degli organi. "Se il mio donatore non avesse detto un semplice sì quando era in vita – aveva scritto sul suo profilo Facebook – io oggi non avrei potuto scrivere e parlare. La mia storia non deve fare pietà, ma deve servire a tutti per comprendere il grande valore che ha la donazione: dal sangue al plasma, dagli organi ai tessuti. Per questo dico: doniamo". Nella sua quotidianità, insieme alla famiglia, Kaltrina ha anche trovato il tempo di promuovere diverse raccolte fondi online per contribuire alla causa dell’Aido, l’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule.

"A me in ospedale è servito tutto – ha raccontato più volte – per questo spero che la gente sia sempre di più sensibile a questo messaggio". E da allora Kaltrina è diventata davvero un’ambasciatrice della causa della donazione degli organi, di quel gesto che può salvare gli oltre 8mila italiani che, come era lei, sono in bilico tra la vita e la morte e aspettano di rinascere.