
Una mattinata commovente e toccante quella organizzata dal presidente e dal vicepresidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale, Eugenio Rondini e Simona Meloni, in ricordo del sovrintendente di polizia Emanuele Petri, ucciso 20 anni fa dalle Nuove brigate rosse in treno, mentre controllava i loro biglietti. Il tutto nella Giornata delle vittime del terrorismo. Ospiti d’onore il questore di Perugia, Giuseppe Bellassai, la signora Alma Petri, vedova di Emanuele, e Cinzia Corneli, la scrittrice che ha presentato il libro "Le ferite di marzo", sulla storia di Emanuele. Nutritissima la platea, con i ragazzi del liceo Pieralli, accompagnati dalla dirigente scolastica Simona Zoncheddu.
"Tutti ricordano dove eravamo quel 2 marzo del 2003 – ha detto Rondini – una giornata tragica che ha segnato la nostra storia, colpendo una persona che era sempre dedicata al prossimo". "Emanuele Petri – ha detto Meloni – è una figura che è entrata nel vivo della storia come un simbolo e che ci ricorda come nessun uomo può essere ucciso". C’è stato quindi il saluto dell’assessore Luca Merli per il sindaco di Perugia: "Emanuele, come tutti i componenti delle forze dell’ordine, sono protagonisti di un servizio fino a perdere la loro vita". Quindi la sindaca di Tuoro, città di Petri, Maria Laura Minciaroni: "Onorata di partecipare ad un evento del genere. Una commemorazione che, grazie alla presenza delle scuole, diventa memoria attiva". Toccante anche il ricordo del questore Bellassai: “"Emanuele era una persone che credeva in quello che faceva e viveva la professione come un servizio. Un eroe della quotidianità, dall’onestà specchiata e cristallina".