L’Umbria è la peggior regione italiana quanto a crescita di numero delle imprese e la provincia di Perugia e una delle pochissime con segno negativo. È quanto emerge dall’analisi sull’andamento della demografia delle imprese nel terzo trimestre 2023, redatta da Movimprese ed elaborata da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Il segno positivo contraddistingue tutte le regioni, con il Lazio in evidenza per tasso di crescita sul trimestre precedente (+0,44%). In termini assoluti, tuttavia, l’espansione maggiore della base imprenditoriale ha riguardato la Lombardia. Ma nel Cuore Verde si registra la situazione peggiore, segno di una scarsa vivacità imprenditoriale, male cronico di questa regione. In Umbria dunque le iscrizioni di nuove imprese nel terzo trimestre 2023 sono state 796 a fronte di 777 cessazioni con un saldo positivo di 19 imprese: il dato si deve alla Provincia di Terni che registra un saldo positivo e pari a +52 imprese mentre è negativo nella Provincia di Perugia (-33). Al 30 settembre 2023 lo stock di imprese umbre ammontava dunque a 93.032 con un tasso di crescita pari al +0,02% rispetto al trimestre precedente, (meno elevato rispetto al +0,16% del terzo trimestre 2022), inferiore rispetto a quello dell’Italia (+0,26%) e a quello del Centro (+0,31%). Delle 93.032 imprese della nostra regione registrate al 30 settembre di quest’anno, l’aumento si è avuto per le imprese del settore dei servizi (+0,32%), delle costruzioni (+0,26%), seguite da quello dell’agricoltura +(0,03%); in diminuzione invece quelle del settore dell’industria (-0,3%) e del commercio (-0,24%).
CronacaImprese, Umbria maglia nera. È ultima per la crescita