A vincere la sezione "Destinazione Altrove", cui hanno partecipato 22 detenuti delle carceri italiane, è stato un recluso di Rebibbia, con il racconto "Le cose come sono", un testo autobiografico. "Ognuno di noi – scrive – è fatto di luce e buio in parti uguali; quando sei immerso nelle tenebre puoi vedere una piccola luce dentro di te, quella fiammella un giorno potrebbe trasformarsi in un faro…". Al secondo posto un recluso al Gozzini Firenze, con il testo poetico, "L’infernale Commedia", una sorta di parodia della vita in carcere; terza classificata una detenuta nella casa circondariale di Latina con la poesia "A mia madre". Si è svolta ieri pomeriggio al teatro degli Illuminati la cerimonia di premiazione della XVIII edizione del Premio Letterario Città di Castello promosso dall’associazione Tracciati Virtuali e dalla società Dante Alighieri alla quale sono intervenuti oltre 35 finalisti provenienti da ogni regione d’Italia e anche dall’estero.
Per la prima volta sono stati premiati tre reclusi nelle carceri italiane nella sezione speciale "La scrittura come esplorazione di mondi senza tempo" promossa insieme al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. "Si tratta di un ulteriore e significativo passo in avanti per offrire ai detenuti in esecuzione della pena occasioni di rafforzamento educativo", ha detto il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, nel corso della cerimonia di premiazione. Il Procuratore Generale di Perugia Sergio Sottani ha puntato l’attenzione "sull’importanza dello svolgimento di attività sportive e letterarie, oltre che più in generale, culturali per la finalità rieducativa della pena, sia all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari". Intervenuta in videoconferenza anche la senatrice Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia del Senato: "In questo progetto tutti i partecipanti sono da considerarsi vincitori, perché l’impegno artistico in uno stato della loro vita così complesso, è da apprezzare. E questo in ragione delle difficili condizioni delle nostre carceri, dovute anche al sovraffollamento. La cosa bella di questa iniziativa è l’uso delle capacità, delle attitudini che diventano anche uno strumento di consapevolezza, per crescere". I promotori del concorso letterario, Antonio e Andrea Vella, hanno aggiunto: "Se il periodo di detenzione nelle carceri, secondo l’ordinamento legislativo, deve essere soprattutto propedeutico al reinserimento dei detenuti nella società, il progetto va proprio in questa direzione".