Ripresa la produzione nell’area a caldo di Ast dopo il guasto ad un forno che venerdì scorso ne aveva provocato il blocco, facendo scattare permessi retribuiti per quattrocento lavoratori. È ripreso sabato notte, infaytti, all’Acciai Speciali Terni il funzionamento del forno ‘walking beam’, impianto utilizzato per preriscaldare le bramme destinazione alla laminazione, interessato nei giorni scorsi da un guasto. Lo riferisce l’azienda in una nota. "A seguire - si legge - è ripartita anche la produzione del laminatoio a caldo". Lo stop improvviso provocato dal guasto aveva portato l’azienda ad annullare la cassa integrazione, con la chiusura di un forno, che era prevista questa settimana per contrastare i costi del’energia ritenuti "insostenibili“ dal Gruppo proprietario Arvedi. E c’è attesa per l’incontro al Ministero delle Imprese annunciato a seguito del colloqui telefonico tra il ministro Adolfo Urso e la governatrice Donatella Tesei. Oltre all’accordo di programma, che il Ministero dà per definito, l’incontro verterà proprio sui costi dell’energia. " Nel pieno rispetto delle normative europee, Ministero e Regione - ricorda il Dicastero - stanno ora verificando ogni possibile soluzione per assicurare all’azienda costi operativi competitivi nei confronti della concorrenza internazionale. Il ministro Urso e la presidente Tesei hanno quindi deciso di convocare nei prossimi giorni un tavolo di confronto presso il Mimit con tutte le parti coinvolte per discutere l’accordo di programma relativo all’Ast.
Intanto il Gruppo Arvedi non compare tra quelli intenzionati a rilevare l’ex Ilva di TarantoAl via da parte dei commissari di Acciaierie d’Italia l’esame delle manifestazioni di interesse arrivate allo scoccare della mezzanotte di venerdi’ scorso. In gioco c’e’ la vendita ad un nuovo privato di un gruppo che, oltre ad Acciaierie (l’ex Ilva), comprende anche societa’ collegate che operano in ambiti diversi, dall’energia ai servizi marittimi (le navi della flotta aziendale).
Concorrono per l’intero gruppo, riportano le agenzie di stampa, gli indiani Vulcan Steel (che appartiene a Jindal e dovrebbe essere insieme a Steel Mont), i canadesi di Stelco (ormai passati agli americani di Cleveland Cliff) e Baku Steel Company che arriva dall’Azerbaijan. Non ci sono invece, contrariamente alle aspettative, Nippon Steel, gli ucraini di Metinvest e appunto il Gruppo Arvedi. A questi soggetti, se ne aggiungono altri che hanno avanzato la loro manifestazione, ma relativa ad asset specifici. E’ il caso di Marcegaglia e Sideralba.
Ste.Cin.