Il gigolò e la commercialista. La storia finisce in stalking

L’uomo, di Città di Castello, condannato a due anni di reclusione con il rito abbreviato per aver perseguitato la professionista. E’ stato assolto dall’accusa di violenza sessuale

Richard Gere in American Gigolò

Richard Gere in American Gigolò

Città di Castello, 14 gennaio 2020 -   Stalking e violenza sessuale. Sono queste le accuse mosse nei confronti di un 50enne, condannato ieri a due anni e sei mesi di reclusione per atti persecutori nei confronti della ex amante, una commercialista dell’Altotevere con cui aveva instaurato una breve relazione d’amore.

Cadono, invece, le accuse di violenza sessuale – come sollecitato dal pm Massimo Casucci in aula. Una storia d’amore – quella fra la donna e il 50enne, un doppio lavoro da gigolò (come dalla stessa riferito nel corso delle audizioni davanti alla polizia giudiziaria), iniziata quasi per caso.  

Complici i social, i due iniziano a frequentarsi e tra loro si instaura una complicità destinata, però, a finire, male. E sarà proprio l’interruzione del loro rapporto a scatenare i comportamenti persecutori dell’uomo che si apposta sotto la sua abitazione, facendo manovre azzardate alla guida per cercare di bloccare l’auto della donna, "perché lei doveva essere sua e di nessun altro".

Già con precedenti per stalking nei suoi confronti e ammonito dal Questore con un provvedimento del settembre del 2018, "con condotte reiterate, molestava e minacciava la donna in modo da cagionarle un perdurante e grave stato d’ansia e di paura e da ingenerarle un fondato timore per la propria incolumità, tanto da costringerla a muoversi con circospezione e a contattare ripetutamente le forze dell’ordine".

La donna, come riportato nei vari episodi contestati all’imputato, sarebbe stata costretta ad allontanarsi con lui anche se si trovava in compagnia di amici, fatta salire a forza in auto per andare a casa sua o in luoghi appartati. Come avvenuto la sera del 13 aprile scorso quando l’imputato l’avrebbe costretta ad uscire da un locale "strattonandola" per un braccio, facendola salire in auto per andare nel suo appartamento e consumare un rapporto sessuale. In un’altra occasione avrebbe atteso che uscisse per andare al lavoro per salire sulla sua vettura e intimarle di andare ancora a casa sua. A quel punto – è l’impianto accusatorio – l’avrebbe strattonata e presa per i capelli per farla salire nell’appartamento, tentativo non riuscito per le urla e il lancio di una sedia da parte della donna. Nell’estate scorsa, mentre stava guidando, l’imputato l’avrebbe seguita per poi obbligarla a fermare l’auto, portarla in una stradina e costringerla ad un rapporto sessuale contro la sua volontà. Un incubo che ha portato la professionista a formalizzare varie denunce per cercare di fermare i comportamenti persecutori del 50enne, ora ai domiciliari. La difesa dell’uomo, giudicato con rito abbreviato, ha chiesto l’alleggerimento della misura cautelare con il divieto di avvicinamento alla persona offesa, costituitasi parte civile con l’avvocato Paola Pasinato. Il giudice si è riservato. Valentina Scarponi