
L’impianto in sintetico dove si svolgono gare amatoriali di calcio a 5 e calcio a 7
Perugia, 31 agosto 2018 – L’arbitro fischia, disturbando i vicini, e così il campionato di calcio dovrà trasferirsi in un altro campo sportivo. Già, perché l’Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente dell’Umbria, ha certificato che ogni volta che il direttore di gara usa il fischietto per decretare un rigore o una punizione, supera i 5 decibel di intensità, livello di rumorosità che dopo le 22 non è più ammesso, quindi contrario alla legge. Accade a Ponte della Pietra nel campo nuovo di calcio a 5 e calcio a 7, dove il Centro sportivo italiano di Perugia organizza da due anni campionati amatoriali che interessano più di cinquanta squadre e centinaia di calciatori. Tutto nasce dalle lamentele di un’abitante che vive nella palazzina proprio di fronte a quell’impianto sportivo, che non sopporta tutto quel rumore di sera e in particolare – secondo quanto riferisce il Csi – pare sia proprio il fischietto dell’arbitro a infastidirla. Già, perché pubblico ad assistere ai quei match non ce n’è (o si conta al massimo sulle dita di una mano) e forse, è vero, al massimo ci può scappare qualche urlo tra i giocatori ma nulla più.
Fatto sta che la donna sembra si sia rivolta in più occasioni al Csi per evidenziare che quei fischi le davano fastidio, finché ha deciso di presentare un esposto in Comune. L’ente ha agito a quel punto secondo prassi, informando l’Agenzia per l’ambiente che l’11 maggio ha effettuato rilievi fonometrici, accertando – come detto – un livello di rumorosità di 9,2 decibel contro i 5 ammessi dopo le 22. Le gare serali di quel campionato in alcuni giorni della settimana sono tre: la prima alle 20.15, l’ultima alle 22.15.
Il Centro sportivo italiano ha ricevuto proprio ieri un’ordinanza del sindaco in cui viene stabilito di «adottare entro 30 giorni tutti gli accorgimenti necessari a riportare i valori di rumorosità entro i limiti previsti dalla vigente normativa». Oltre a ciò il Csi dovrà anche pagare duemila euro di multa. Due i rimedi possibili: o l’arbitro fischia più piano, o il campionato dovrà trasferirsi altrove.