Fcu, si riparte ma con treni-lumaca Binari inadeguati per quelli elettrici

Oggi riapre la Ponte San Giovanni-Sant’Anna: la Regione mantiene la promessa, per ora le corse sono solo 24

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Il taglio del nastro in pompa magna della riapertura della stazione Fcu di Sant’Anna è di certo un grande spot elettorale, con amministratori e consiglieri regionali della Lega in prima fila a farsi fotografare. Ma è anche un segno tangibile del ritorno dei treni nella tratta fino a Ponte San Giovanni, la cui scommessa inizia adesso.

Oggi infatti i convogli ricominciano a fare su e giù, ma con la stessa frequenza del 2017, anno in cui venne chiusa la tratta e le corse saranno in tutto 24 (12 a salire e 12 a scendere con frequenza di uno ogni ora negli orari scolastici, poi molto più diradati durante la giornata): da Ponte San Giovanni salgono 10 treni nei giorni feriali (il sabato 9) e appena 4 nei festivi. Da Sant’Anna ugualmente scendono 10 treni i feriali (9 di sabato) e appena 3 nei festivi ."La riapertura è avvenuta volutamente con lo stesso orario del 2017 – ha detto l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche –, anche perché occorre superare l’assuefazione all’uso delle auto incentivando il treno e gli altri mezzi pubblici". Con il raddoppio selettivo la frequenza può scendere a un treno ogni 10-15 minuti. Vedremo...

"Abbiamo fatto ripartire il cantiere nel 2019 e siamo riusciti a realizzare il restante 80 per cento dei lavori in soli due anni tra il 2021 e il 2022" aggiunge l’assessore pungendo così il Pd. Va ricordato che la linea non è elettrificata e che quindi a viaggiare sono i vecchi convogli a diesel a 50 all’ora – tra l’altro con scritte oscene all’interno dei vagoni – e l’altra sfida, dopo la frequenza, è proprio quella dell’elettricità: quando arriveranno i nuovi treni che vanno a 100 all’ora)? Melasecche (con lui ieri mattina c’erano la presidente Donatella Tesei, quella della Provincia Stefania Proietti e il sindaco Andrea Romizi) appare generico, perché i problemi non mancano in questo senso. L’attuale capacità massima di portata del corpo stradale della ferrovia (la massicciata, i ponti, i viadotti dove poggiano i binari, per intenderci) è a 16 tonnellate per asse, mentre gli attuali treni elettrici che circolano in tutta la rete ferroviaria è pari a 18. Quindi prima di acquistarne dodici a sei milioni ciascuno (80 milioni), oppure mettere a posto almeno gli attuali Minuetto con 4 milioni, bisogna adeguare la rete, cosa niente affatto semplice, né scontata. Melasecche dice che si farà entro giugno 2026, che sarebbe poi la data di conclusione dei lavori della tratta Perugia-Terni, per cui sono stati ottenuti 163 milioni da Pnrr, ma per non perdere i fondi i lavori devono concludersi entro quella data: il progetto definitivo va approvato entro dicembre, quello esecutivo a settembre 2023, con la gara da bandire entro giugno dello stesso anno.

Michele Nucci