REDAZIONE UMBRIA

Falsi fondi europei Tre indagati per truffa Sequestri per 180mila euro

Promettevano finanziamenti dall’Ue che, poi, non arrivavano. Raggirate due società, con sede ad Assisi, del settore imballaggi in materie plastiche .

Una consulenza 180mila euro per ottenere finanziamenti dalla Commissione europea a sei cifre. Un investimento che due aziende di Assisi, carte alla mano, avevano evidentemente valutato vantaggioso. Se non fosse che il finanziamento non era stato mai chiesto e che i soldi dall’Europa non sarebbero mai arrivati. Tutto falso, secondo le indagini della guardia di finanza, anche i marchi dell’istituzione europea sulla documentazione che, al contrario, confermava l’accoglimento della richiesta e l’autorizzazione al finanziamento. Tre persone sono indagate dalla procura della Repubblica di Perugia, per truffa aggravata. Nei confronti di uno di questi, di origini calabresi, il gip di Perugia, su richiesta dell’ufficio diretto da Raffaele Cantone, ha disposto un sequestro preventivo per oltre 180mila euro. Quest’ultimo, insieme a un presunto complice residente nelle Marche e a un terzo uomo, residente invece a Bastia Umbra, avrebbero architettato la truffa ai danni di due società, con sede ad Assisi, dello stesso gruppo imprenditoriale del settore imballaggi in materie plastiche.

I due rappresentanti legali delle società hanno denunciato di essere stati contattati, nei primi mesi del 2021, da due degli indagati che avrebbero prospettato la possibilità di ottenere ingenti finanziamenti europei, attraverso bandi indetti dalla Commissione europea, avvalendosi di due società estere (una irlandese e una britannica) per la predisposizione e la presentazione della necessaria documentazione e per la prestazione della prevista garanzia fidejussoria. A dare credito all’affare prospettato falsi documenti relativi all’avvenuta concessione dei finanziamenti e altrettanto falsa documentazione bancaria relativa all’accredito di somme di denaro su un conto corrente intestato ai beneficiari del finanziamento acceso in una filiale londinese di una banca estera. Accredito, ovviamente mai avvenuto.

Dopo aver atteso un anno e aver ricevuto scuse sempre meno plausibili, i due manager hanno sporto denuncia. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Perugia hanno confermato la presunto contraffazione degli atti, mentre i soldi alla fine sarebbero confluiti in un conto corrente di una banca italiana, intestato all’indagato calabrese e intestatario di uno delle aziende estere. Nei suoi confronti il provvedimento di sequestro.