REDAZIONE UMBRIA

Ex poliziotto patteggia a tre anni e nove mesi

Si sarebbe fatto dare olio, benzina e prosciutti: l’ex agente della Stradale . Stefano Moschini nei guai per indebita induzione a dare o promettere utilità

Era il poliziotto accusato - e per questo aveva già patteggiato - di aver fatto parte di una banda dedita ai colpi ai bancomat e ora l’ex agente della Stradale Stefano Moschini - difeso dall’avvocato Alessandro Vesi – ha patteggiato, in continuazione con l’altro reato, a tre anni e 9 mesi di reclusione per indebita induzione a dare o promettere utilità, abusando dei suoi poteri in concorso con 5 imprenditori, tutti rinviati a giudizio. In particolare Moschini, tra il 2013 e il 2017, si sarebbe fatto dare buoni benzina, prosciutti e olio "facendo leva sul fatto che egli era in grado di poter condizionare l’operato dei suoi colleghi". Sei le imputazioni a carico degli imputati, per cui il pm Mario Formisano, all’esito delle indagini della squadra mobile di Perugia, ha chiesto il rinvio a giudizio. Tutto nasce dalla perquisizione nel settembre del 2017 nell’ambito della tranche di indagine sulla banda dei bancomat.

A Moschini vennero ritrovati blocchetti di buoni benzina. Risalendo a ritroso e sentendo alcuni testimoni sarebbe emerso l’accordo illecito. In un caso moschini, all’epoca sovrintendente alla Stradale, avrebbe conosciuto i soci di un’imprese edile del Perugino durante un controllo su strada e si sarebbe poi presentato in azineda chiedendo inizialmente un pieno di benzina gratis per la sua autovettura.

Successivamente Moschini si sarebbe ripresentato, ogni 30-40 giorni e i soci hanno sostenuto di temere che un rifiuto potesse comportare conseguenze negative per la società, tanto che in occasione del Natale l’ex agente arrivò a chiedere trenta blocchetti di buoni benzina.

Stesso comportamento nei confronti di un altro imprenditore dal quale, per Natale 2016, si sarebbe fatto dare buoni per 1.500 euro. Sempre per le feste del 2016 da un altro manager, e pure dall’impiegato tecnico dell’azienda, si fece dare una trentina di prosciutti e altrettante lattine di olio da cinque litri. Gli altri imputati sono difesi dagli avvocati Nicola Di Mario, Fernando Mucci, Francesco Blasi e Giuseppe Berellini.