
FOLIGNO – Una piccola infiltrazione nello spazio del muro destinato ad una turbina elettrica, che non mette a rischio la stabilità dell’opera. È questa la ragione dell’ultimo ritardo per l’entrata in funzione definitiva della Diga di Acciano, l’invaso realizzato nel territorio del comune di Nocera Umbra, con l’obiettivo di reintegrare la portata del fiume Topino nei periodi di secca, anche in relazione ai prelievi per l’alimentazione idrica di gran parte della provincia di Perugia. Di questo si è parlato nella riunione della Seconda commissione del Comune di Foligno, richiesta dai consiglieri di minoranza. A relazionare sui temi il dirigente di Auri, Sandro Rossignoli e l’ingegner Riccardo Landi, che del progetto della diga, dopo il 2013, è stato Rup. La riunione è stata l’occasione anche per ritracciare la storia della Diga, a partire da quella "guerra dei rubinetti" che negli anni ’50 squassò l’equilibrio con le città che, di fronte ai prelievi per l’alimentazione idrica del perugino, si divisero. Da lì l’idea del bacino di reintegro, il progetto e l’avvio dei lavori fino al collaudo, interrotto nel 1997 dal terremoto, che mostrò problemi di stabilità alla parete destra della Diga. Da lì una raffica di verifiche, la decisione di declassarla, riducendo la portata massima a 800mila metri cubi di acqua, e riducendo così anche obblighi e procedure. Il tutto fino al 2016 tra progetto, realizzazione, firma della concessione in favore del Comune di Nocera Umbra e poi collaudo, bloccato in questo caso dai problemi di infiltrazione riscontrati nella zona riservata all’installazione della turbina elettrica. Quanto al dibattito politico, se Mauro Malaridotto (Lega) ha sottolineato la lunghezza dei tempi di realizzazione e ha rivendicato di aver riportato all’attenzione il tema, grazie alla mozione approvata in consiglio comunale, Elia Sigismondi (Pd) ha rivendicato invece la bontà della convocazione della commissione.