Citerna, casa del delitto al setaccio della Scientifica

La Procura indaga per omicidio sulla morte di Mariel Soethe, settantenne d’origine tedesca ritrovata senza vita e col volto tumefatto

Gli investigatori al lavoro nell’abitazione in cui è stato rinvenuto il cadavere

Gli investigatori al lavoro nell’abitazione in cui è stato rinvenuto il cadavere

Pistrino (Perugia), 3 dicembre 2022 - Si chiamava Mariel Soethe , ma in paese, per tutti era "la tedesca". Una vita dall’apparenza normale, solitaria, per questo la sua morte, forse provocata da qualcuno che lei stessa conosceva bene, è al centro di delicate indagini, dai contorni che lentamente diventano più chiari e si avvicinano sempre più all’ipotesi di un omicidio. Chi l’ha ridotta in quel modo? Chi ha colpito il suo volto fino a farla morire? E perché? Gli inquirenti scavano nella vita di questa donna, arrivata una ventina d’anni fa a Pistrino dove poi è rimasta a vivere, anche se ancora risultava residente a Monaco di Baviera, suo paese d’origine.

Per dipanare una matassa delicata e rispondere ai tanti interrogativi su questo caso, gli specialisti della Scientifica sono tornati ieri nella palazzina in via Sfrilli per ulteriori sopralluoghi e prelievi mentre numerose persone sono state ascoltate in queste ore dai carabinieri per ricostruire la rete di conoscenze più prossima alla settantenne, gli ultimi contatti telefonici. La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo per omicidio, al momento a carico di ignoti. Un atto dovuto per espletare al meglio le indagini nell’ambito delle quali è stata disposta anche l’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore su disposizione del pubblico ministero Paolo Abbritti.

Sin da ieri mattina la salma della donna, trasferita all’obitorio di Perugia è stata sottoposta a una ricognizione cadaverica alla ricerca di elementi e tracce che possano indirizzare le indagini verso la giusta direzione. Di certo le tumefazioni al volto che presentava la donna non sarebbero compatibili con una caduta accidentale. Non troverebbe riscontro neanche la pista del ‘furto finito male’: la casa era chiusa a chiave, così come le persiane serrate da giorni e non vi è nessun segno di effrazione. Per gli inquirenti è dunque possibile che Mariel abbia aperto la porta di casa al proprio assassino, il quale si sarebbe poi allontanato chiudendo a chiave anche se per ora nessuno dei conoscenti della donna è stato iscritto nel registro degli indagati.

I carabinieri da due giorni vanno e vengono dalla casa di via Sfrilli, a pochi passi dal centro del paese dove Mariel, 70 anni, era rimasta a vivere anche dopo la morte del compagno avvenuta circa un anno fa. Una casa grande dove negli anni ’90 aveva sede un’azienda di confezioni, la Gerry. Attualmente parte dell’abitazione ospitava la settantenne e un’altra ala della casa è abitata da alcuni familiari del defunto compagno. Mariel non aveva figli "e qui in Italia neanche parenti vicini. Noi la vedevamo camminare lungo la strada, spesso seguita dai suoi gatti", dice una donna di Pistrino mentre un’altra le fa eco e aggiunge: "L’ho incontrata una decina di giorni fa a fare la spesa, poi non l’ho più vista; era una persona tranquilla, educata". Chi la conosce dice che conduceva una vita modesta e almeno all’apparenza al di sopra di ogni sospetto.