REDAZIONE UMBRIA

Da San Casciano nuova luce per Perugia etrusca

Maria Angela Turchetti, direttrice del Museo Archeologico, ripercorre la storia dei Velimna dopo gli eccezionali ritrovamenti

Da San Casciano nuova luce per Perugia etrusca

Non si arrestano gli echi dell’eccezionale scoperta dello scorso novembre a San Casciano dei Bagni quando sono state riportate alla luce 24 statue in bronzo e cinquemila monete, databili tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo. La scoperta, effettuata dal team guidato dall’archeologo Jacopo Tabolli, ha legami con il territorio umbro visto che alcune iscrizioni riportano il nome della famiglia Velimna di Perugia e un bronzo richiama il celeberrimo Arringatore di Pila. Si getta una nuova luce sulla Perugia etrusca e la storia dei Velimna e per questo abbiamo chiesto il parere di Maria Angela Turchetti, archeologa e direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e dell’Ipogeo dei Volumni, presente al recente convegno internazionale “Dentro il sacro“ di Siena sugli straordinari ritrovamenti.

"Di certo – racconta Turchetti – l’importanza dei Velimna, come la conosciamo dalla monumentale tomba perugina nota come Ipogeo dei Volumni, è precedente alla fase documentata dagli ex voto iscritti di San Casciano. E Perugia etrusca ha avuto un ruolo fondamentale dal III secolo agli inizi del I secolo avanti Cristo".

Già, chi erano i Velimna?

"Potremmo paragonarli a una delle più grandi famiglie di possidenti terrieri, di facoltosi magnati di oggi, certo in grado di partecipare alle scelte politiche ed economiche della città etrusca e di costruire l’ipogeo dove ora è Ponte San Giovanni nella seconda metà del III secolo. Fu voluta da Arnth e dal fratello Larth a testimoniare la ricchezza e il potere della famiglia e, considerando le dimensioni, avrebbe dovuto essere usato per una discendenza multisecolare. Invece accoglie solo sei membri della famiglia legati da stretti vincoli di parentela".

Perché, cosa è successo?

"Secondo la teoria di Giovanni Corona l’abbandono della tomba fu conseguenza della seconda guerra punica nel 217 a.C. Alcune famiglie dell’élite etrusca si schierarono con Annibale e i Cartaginesi. E con la vittoria finale dei Romani, ci furono confische dei territori e condanne dei traditori. I figli di Larth e Arnth furono costretti all’esilio se non sterminati. Ma la famiglia non finì".

E qui ci ricolleghiamo a San Casciano dei Bagni...

"Sì, perché i Velimna non scompaiono dal Centro Italia. Sono documentati nel Perugino e nel Chiusino anche se in contesti meno monumentali. C’è una tomba, scoperta nel 1797 vicino all’Ipogeo, di sole donne: una di queste sposa in prime nozze un Velimna e in seconde un Meteli: famiglia che 100 anni dopo diede un personaggio importantissimo a Perugia: l’Arringatore, Aule Meteli, etrusco e poi romano".

Tra le scoperte di San Casciano cosa emerge sui Velimna?

"Le iscrizioni rinvenute ci dicono che cittadini di Perugia a San Casciano fecero doni votivi alla divinità salutare venerata nelle acque termali. Tra queste c’è la dedica di Aule Scarpe, figlio di una Velimnei. E in almeno tre iscrizioni è possibile sia esplicitamente menzionato il nome etrusco di Perugia. Ma la questione è complessa e dobbiamo dare tempo al team di presentare il risultato degli studi negli atti del convegno".

Insomma cosa ci raccontano i rinvenimenti di San Casciano?

"Confermano che Perugia ha svolto un ruolo centrale come dimostra anche la statua dell’Arringatore di Pila: una città egemone legata da strettissimi rapporti anche con il santuario di San Casciano. Gli studi ci diranno moltissimo dove sono stati prodotti i bronzi di San Casciano, i legami con la statua dell’Arringatore e come Perugia controllasse il territorio tra le opposte sponde del Trasimeno. Per Perugia e le sue istituzioni sarà importante aspettare gli esiti della ricerca e sarà un piacere godere di questi ulteriori dati, utili anche per la ricostruzione della storia della città etrusca e del suo territorio".

Sofia Coletti