
Luca Caprai ideatore del braccialetto Cruciani C che ha conquistato tutti, star nazionali e internazionali comprese
Foligno 30 marzo 2016 – Venticinque milioni di pezzi venduti in tutto il mondo. Trentacinque negozi monomarca nelle principali località internazionali della moda: da Tokyo a Madrid, da Milano agli Stati Uniti, da Capri a Roma e a Dubai, solo per citarne alcuni. Centinaia di corner nelle boutique di tutto il pianeta. Un fatturato milionario che cresce di anno in anno e un numero di addetti e un indotto che guardano con fiducia al futuro consci di aver preso le distanze dalla crisi globale. Sono i numeri del successo del braccialetto Cruciani C. Un accessorio inventato nel 2011 da Luca Caprai, 50 anni di Foligno, che ha ereditato dal padre Arnaldo capacità e intuito imprenditoriali, ma anche e soprattutto una grande passione per il «fare bene». Tant’è che il braccialetto in macramé nel giro di un’estate è diventato un fenomeno che ha rivoluzionato il mondo del bijoux grazie a un mix perfetto di estetica, qualità e prezzo.
Luca, lei sì che è un uomo di polso!
«Direi di sì», replica con un sorriso guardando i braccialetti che indossa...
Come le è venuta l’idea?
«Essendo cresciuto con un padre collezionista di pizzi introvabili è stata una scelta obbligata. Papà ha praticamente raccolto 500 anni di storia del merletto in una collezione unica al mondo. E pensare di creare un qualcosa che fosse legato a quel mondo suggestivo e affascinante dandogli al tempo stesso una connotazione contemporanea è stato naturale. Ci tengo a sottolineare che i braccialetti sono realizzati ad ago in pizzo macramè dalla Arnaldo Caprai Gruppo Tessile. Insomma, tutti orgogliosamente made in Italy al 100 per cento».
Il Gruppo Caprai annovera oltre al settore Tessile, di cui fa parte anche la Maglital srl che si occupa di realizzare i braccialetti in macramé venduti anche online (ambito di competenza della sorella Arianna) e l’Azienda agricola guidata dal fratello Marco che ha reso celebre nel mondo il Sagrantino di Montefalco. Un gruppo che in toto fattura circa 150 milioni di euro l’anno (di cui 16 derivanti dalla vendita dei braccialetti Cruciani C).
Ma si aspettava un successo di questa portata?
«Ci credevo molto. Il primo disegno a forma di quadrifoglio realizzato in una vastissima gamma di colori, ha subito incontrato il gusto del mercato. Il primo monomarca a Forte dei Marmi aveva lunghe code di gente che non vedeva l’ora di acquistarlo. La prima ‘celebrity’ italiana ad indossarlo è stata Federica Panicucci. Di lì in avanti le star che hanno scelto un Cruciani C sono state davvero moltissime, sia in Italia che all’estero. Nomi? Da Mel Gibson a Scamarcio, da Beyoncé a Bar Rafaeli, da Belén a Rafa Nadal, impossibile ricordarli tutti».
Quando avete lanciato il braccialetto il settore era immobile. Cruciani C è stato il prodotto giusto al momento giusto?
«Indubbiamente. Poi per consolidare i traguardi raggiunti e fidelizzare i clienti abbiamo pensato di creare delle vere e proprie collezioni a tema. È stato così ad esempio per il tricolore dei 150 anni dell’Unità d’Italia o con quello per i 40 anni di Umbria Jazz. Per non dire dei pezzi realizzati in collaborazione con artisti come Mauro Perrucchetti o stilisti orafi con cui abbiamo realizzato dei veri e propri gioielli, come nelle partnership con Damiani o Swarosky. Ci fa piacere inoltre aver contribuito molto a campagne solidali, come quella dell’Ail, che ha portato a raccogliere circa due milioni di euro. Ora stiamo portando avanti quella per la Lega del Filo d’Oro in sinergia con Panorami d’Italia».
E il futuro?
«Corre. L’ultima novità – annuncia – è legata al calcio. Domenica 3 aprile i braccialetti Cruciani C con i colori della Lazio e quelli della Roma saranno protagonisti nel segno del rispetto al derby dell’Olimpico...».