
"Non pretendiamo nulla, quello che chiediamo è una sede adeguata per la nostra Associazione senza tuttavia sradicarla da Ponte San Giovanni. Per noi è fondamentale mantenere intatto il legame con il quartiere". Claudio Consalvi, presidente della Croce Bianca di Perugia, ha il piglio e la vitalità di chi difende con orgoglio il lavoro svolto dai suoi ’’ragazzi’’, anche loro in prima linea in questa lunga e complicata battaglia contro il Covid. Già perché in un anno di intenso ’’faccia a faccia’’ con il virus, la Croce Bianca ha lavorato intensamente a stretto contatto con l’Azienda ospedaliera della città e con l’Usl Umbria 1, supportando costantemente il trasporto dei pazienti, anche quelli positivi.
"È stato un anno complicato, vissuto con la paura sulla pelle – ammette Consalvi – ma operatori e volontari sono stati bravi nel fornire un servizio sicuro e professionale a chiunque ne avesse bisogno. Abbiamo una navetta Covid attrezzata e non abbiamo mai fatto economia per dotare tutti di protezioni personali adeguate per affrontare l’emergenza, continuando al contempo a garantire la nostra attività di sostegno per il trasporto di disabili, di pazienti dializzati, e oncologici". La Croce Bianca di Perugia che Consalvi presiede da sei anni, dal 2010 è molto cresciuta, ampliando la propria dotazione di ambulanze e mezzi di trasporto per venire incontro alle varie situazioni di emergenza. Ed è qui il nodo della questione: poter disporre di una sede adeguata alle esigenze, che sia in grado di accogliere sia il personale che i mezzi.
"Noi abbiamo due sedi, attualmente, nel quartiere di Ponte San Giovanni. L’ufficio è al Centro commerciale Apogeo mentre, da due anni a questa parte, abbiamo preso un capannone in affitto, che si trova nella zona industriale. Vorremmo poter avere un’unica sede per questioni operative e tempo fa individuammo l’area dell’ex Mattatoio, ormai in disuso, ma utile alle nostre esigenze organizzative e di spazio".
Una "casa" ideale per l’Associazione, che permetterebbe agli operatori di non doversi continuamente spostare da una sede all’altra, di avere più spazio per ospitare tutti i mezzi e riqualificare una zona abbandonata. "È facilmente raggiungibile ed è in un punto strategico. Avevamo fatto richiesta all’amministrazione comunale per la disponibilità di questo spazio, ma non abbiamo ancora ottenuto un segnale definitivo. Avere più spazio ci permetterebbe di portare avanti altri progetti, come organizzare corsi alla cittadinanza per insegnare le tecniche base salva vita".
Tanti i gesti di vicinanza della comunità alla Croce Bianca: oltre alla donazione di un privato che ha permesso l’acquisto di un monitor defibrillatore, il circolo Arci di Balanzano ha promosso una raccolta fondi che si chiuderà il 10 aprile.
Valentina Scarponi