Covid Umbria, decine di positivi hanno la variante brasiliana

Il responso dell'Istituto superiore di sanità ai campioni di persone positive inviati dalla Regione

L'interno dell'ospedale Santa Maria della Misericordia

L'interno dell'ospedale Santa Maria della Misericordia

Perugia, 5 febbraio 2021 - Sarebbero decine i positivi alle varianti covid in Umbria. Questo potrebbe in qualche modo spiegare il forte aumento di contagi in alcune zone. Secondo l'Istituto superiore di sanità, quasi tutti i 42 campioni di persone positive inviati a Roma dalla Regione sarebbero contagiati dalla variante brasiliana del covid. Questo confermerebbe quanto la variante stia circolando in diverse zone della regione. La zona più esposta sarebbe quella di Perugia: è qui infatti che ci sono numeri molto alti di contagi, in controtendenza anche al resto dell'Umbria. La sanità regionale, proprio per questa esposizione alle varianti, è in stretto contatto con l'Istituto superiore di sanità. 

Intanto è un indice di contagio Rt a 1,14 quello stimato per l' Umbria, nell'ultima settimana dal Nucleo epidemiologico regionale. È quanto emerso dall'aggiornamento settimanale sull'emergenza sanitaria. Sarà tuttavia domani - è stato sottolineato - il giorno decisivo per stabilire il dato completo, quando si analizzeranno anche tutti i gli altri parametri insieme alla Cabina di regia nazionale.

L'incidenza dei nuovi casi positivi rapportata a 100 mila abitanti evidenzia un andamento «strano» in Umbria, secondo quanto sottolineato dal Nucleo epidemiologico. Al 31 gennaio la media regionale è infatti di 224,67 casi ma la provincia di Perugia fa segnare 273,38 e Terni 83,69 (simile al dato nazionale e che vede una decrescita anche se non imponente a partire dall'ultima settimana di dicembre mentre per lo stesso periodo si nota un incremento dell'area del perugino).

Con il rapporto tra positivi e tamponi fatti che è invece identico. Da una analisi dettagliata dei Comuni emerge tra l'altro per Perugia una costante salita. Una distribuzione diversa nelle due province ma anche all'interno della popolazione, con la fascia di età 0-13 anni che registra il numero maggiore dei casi.