Continuano a crescere i numeri del Covid in Umbria e per la prima volta dopo sette mesi, gli attuali contagiati superano quota 1.400. Era infatti dal febbraio scorso che non si raggiungeva tale soglia: ieri erano 1.409 i positivi registrati dal sistema di rilevazione della Regione. E aumenta leggermente anche la pressione sugli ospedali, dato che le persone ricoverate sono salite a 67, rispetto agli 11 pazienti che sono stati registrati lo scorso 6 agosto. Tre sono i malati di Covid in Rianimazione e nell’ultima settimana sono stati anche registrati tre decessi legati al virus. Numeri che, come già accennato in più occasioni, restano ben al di sotto di quelli di un anno fa: in questo periodo infatti erano quasi 3.500 gli infetti e più di cento in ospedale, con un numero di decessi più importante.
Ma gli esperti raccomandano comunque massima prudenza. Gimbe, ad esempio, sottolinea come "dalla settimana del 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali sia passato vertiginosamente da 5.889 a 30.777 in Italia, la media mobile a 7 giorni da 841 casial giorno è salita a 4.397, l’incidenza da 6 casi per 100 mila abitanti (settimana 6-12 luglio) a 52 per 100 mila abitanti. "Non possiamo sottovalutare le enormi difficoltà in cui versa il nostro sistema sanitario. Non possiamo nascondere ancora una volta la testa sotto la sabbia, facendo finta che tutto funzioni alla perfezione.
La delicatissima situazione che attanaglia da tempo il nostro Servizio sanitario, alle prese con una carenza di personale che è ben lontana dall’essere sanata, ci chiede di riflettere sul recentissimo report della Fondazione Gimbe sulla crescita dei contagi e sul conseguente aumento dei ricoveri, sulla base delle ultime quattro settimane, legati alle nuove varianti del Covid" afferma Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri. "I vaccini anti-Covid precedentemente autorizzati continuano a essere efficaci contro le forme gravi di malattia e il ricovero ospedaliero. Questo dà agli Stati membri la possibilità di decidere l’opzione migliore per le loro campagne di vaccinazione" fa sapere intanto Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema. "La pandemia è finita, - precisa – ma il Covid resta una minaccia". Lo stesso Cooke ha poi aggiunto che "Covid-19, influenza e virus respiratorio sinciziale" Rsv "rimangono sfide significative per la salute pubblica. Insieme chiediamo a tutti i cittadini dell’Unione europea che appartengono alle categorie a rischio e sono candidabili alla vaccinazione: per favore, fate i vaccini che le autorità sanitarie pubbliche Ue rendono disponibili per voi".