Concorsopoli, processo alle fasi finali. La difesa di Bocci: intercettazioni e tabulati non sono utilizzabili

Nell’udienza di ieri hanno preso la parola anche gli avvocati di Tamagnini e Faleburle che hanno esposto le ragioni per le quali i loro assistiti devono essere assolti. Si torna in aula il 14 maggio.

Concorsopoli, processo alle fasi finali. La difesa di Bocci: intercettazioni e tabulati non sono utilizzabili

Concorsopoli, processo alle fasi finali. La difesa di Bocci: intercettazioni e tabulati non sono utilizzabili

Non ci sono elementi per confermare le contestazioni che vengono mosse contro Gianpiero Bocci. Inutilizzabili le intercettazioni che costituiscono i punti di riferimento per la ricostruzione dei presunti illeciti commessi dall’ex sottosegretario agli Interni, in relazione alla presunta Concorsopoli nella sanità umbra, né tantomeno i tabulati telefonici. È, in estrema sintesi, quanto sostenuto dall’avvocato Alessandro Diddi che difende Bocci insieme all’avvocato David Brunelli nel procedimento che si sta muovendo verso le fasi finali, anche se sono state già fissate almeno altre due udienze per completare le arringhe. La prossima udienza, il 14 maggio, riprenderà proprio dalla difesa di Bocci che, nell’udienza di ieri, non ha completato la sua arringa. Gianpiero Bocci è anche tra gli imputati ai quali è stata contestata l’ipotesi di associazione a delinquere. Accusa per la quale, a conclusione del dibattimento, i pm Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno, però, chiesto l’assoluzione. Nell’udienza di ieri ha preso la parola anche la difesa di Antonio Tamagnini, gli avvocati Francesco Falcinelli e Ruggero, per chiedere l’assoluzione del loro assistito. A Tamagnini viene contestato di aver commesso, insieme ad altri, irregolarità nei concorsi, tra cui, per esempio, quello per l’incarico di direttore della struttura complessa di Anestesia e Rinamazione. In quell’occasione, in qualità di segretario della commissione, compiuto dei falsi in relazione a valutazioni dei candidati, alla compilazione del verbale e all’attribuzione dei punteggi. Ha argomentato sull’insussistenza delle accuse a suo carico, anche la difesa di Mauro Faleburle, difeso dagli avvocati Franco Libori e Ilario Taddei, accusato di aver partecipato all’alterazione del concorso per dirigente medico di Chirurgia maxillo facciale, concordando il posizionamento del candidato da lui caldeggiato, in quanto parente, nella graduatoria. Graduatoria che, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbe stata definita prima ancora che la prova venisse sostenuta dai candidati.