
Dopo due anni vissuti sulle montagne russe di una crisi energetica senza precedenti, le imprese umbre guardano con interesse alla costituzione delle comunità energetiche rinnovabili e ad utilizzare le opportunità disponibili. È il dato emerso dall’indagine condotta da Cna, Confcommercio e Confcooperative Umbria. Innanzitutto, cosa sono le comunità energetiche rinnovabili (Cer)?
"Sono comunità che possono essere costituite da più soggetti (imprese, privati, istituzioni ed altri enti) interessati a produrre energia e a consumarla sul posto, perseguendo le finalità del risparmio energetico, della sostenibilità ambientale e delle reti elettriche esistenti e dello sviluppo territoriale - spiega Lorenzo Mariani, (Confcooperative) -. Al suo interno possono esserci membri che producono energia da fonti rinnovabili, magari in eccesso rispetto ai propri bisogni, e altri interessati a consumarla in modo da generare uno scambio virtuale e virtuoso che viene incentivato dallo Stato per 20 anni attraverso il GSE. Per chi volesse costituire una CER esiste la possibilità di accedere a incentivi modulati in base alle dimensioni degli impianti e alla quantità di energia prodotta e condivisa tra i membri: un meccanismo attualmente all’approvazione dell’Ue. Anche il Pnrr prevede ingenti risorse a sostegno delle CER costituite nei Comuni fino a 5 mila abitanti". L’indagine: lo studio, presentato dalla responsabile Energia di Cna Umbria, Elisa Cinfrignini, è stato condotto su un campione composto da 544 imprese che operano in diversi settori e che nel 61% dei casi è risultato essere proprietario degli immobili produttivi. Di queste, 135 possiedono già un impianto fotovoltaico. Un incremento vi è stato nell’ultimo biennio, come risposta alla crisi energetica post-Covid. La piccola dimensione delle imprese è testimoniata dalla potenza disponibile, inferiore ai 50 kW, e da quella di picco degli impianti, che per oltre la metà dei casi arriva a 75 kW.
Le imprese interessate ad installare un impianto fotovoltaico sono 225, cui se ne aggiungono altre 35 già dotate di impianti ma interessate ad implementarli. "Per fare chiarezza sul tema e fornire informazioni abbiamo organizzato un convegno sulle opportunità disponibili. Appuntamento oggi all’hotel Cenacolo di S. Maria degli Angeli – annuncia Michele Carloni, presidente di CNA Umbria –. Intanto la ricerca è un punto di partenza per avviare uno studio di fattibilità sulla costituzione di una o più comunità energetiche in Umbria".
I benefici? "Un tassello importante nella riduzione dei costi energetici delle imprese – afferma il presidente regionale di Confcooperative, Carlo di Somma -. Ma si potrebbe rivelare utile anche a favorire il riuso e riciclo dei prodotti di scarto delle diverse lavorazioni e, più in generale, per diminuire le emissioni inquinanti".
Silvia Angelici