Mentre si attendono le decisioni del giudice sulla richiesta di arresto per l’ex amministratore unico di Sogepu Cristian Goracci, il caso è stato dibattuto nel Consiglio comunale di lunedì sera. A sua volta l’argomento finirà prossimamente in un’apposita seduta della commissione consiliare competente alla presenza dei membri del consiglio di amministrazione della società. Il sindaco Luca Secondi ha dato piena disponibilità ad approfondire le questioni che riguardano la società partecipata "non appena l’evoluzione delle ultime vicende giudiziarie consegnerà un quadro aggiornato della situazione", accogliendo la richiesta avanzata dal consigliere di FI Tommaso Campagni anche a nome di Riccardo Leveque ed Elda Rossi (FdI), firmatari dell’interrogazione sulla frode subita da Sogepu. La consigliera Rossi aveva richiamato l’indagine con cui la Guardia di Finanza ha scoperto che tra il 2016 e il 2021 due imprese del settore delle riparazioni meccaniche dei mezzi della nettezza urbana hanno frodato Sogepu quindi anche il comune di Città di Castello, essendo socio al 91 per cento di Sogepu stessa.
Sul caso specifico ha relazionato l’assessore Mauro Mariangeli, ma ovviamente il dibattito si è allargato scivolando fino alla ben più complessa inchiesta sulla tangente per l’appalto dei rifiuti e sui ‘rapporti’ tra Goracci e Granieri (ex Ecocave) ai tempi della gara per la gestione della raccolta differenziata nei 14 comuni dell’Alta Umbria. Il consigliere Tommaso Campagni ha richiamato l’attenzione sugli organi di controllo sollevando la necessità di fare chiarezza sulla situazione della società: "Ci sono tante questioni da analizzare, per cui pensiamo sia opportuno e necessario convocare una seduta della commissione Controllo e Garanzia, che con la collaborazione del nuovo consiglio di amministrazione di Sogepu possa fare la dovuta chiarezza".
Il sindaco Luca Secondi ha preso la parola dando disponibilità ad approfondire gli aspetti della gestione di Sogepu, precisando che "il controllo dell’attività dell’azienda da parte dell’amministrazione comunale ha un’impronta istituzionale, di indirizzo, cioè non certamente gestionale, cosa che non può essere demandata a un socio come è Città di Castello o una delle altre municipalità del territorio. Sull’operato gestionale dell’azienda ci sono organi di controllo esterni e interni, che ovviamente svolgono verifiche sempre di carattere amministrativo in base alla legge", ha aggiunto il primo cittadino.