
Case popolari "La legge non si cambia. Niente alloggi a chi ha commesso reati"
"Prima gli umbri e chi non ha commesso reati: al beneficio della casa popolare non può accedere chi ha riportato condanne penali passate in giudicato per delitti gravi, come quelli contro la persona, la pubblica amministrazione o l’ordine pubblico, salvo che sia intervenuta riabilitazione". Così l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, segretario regionale Lega Umbria, controbatte ai sindacati degli inquilini che giudicano la legge regionale sugli alloggi popolari incostituzionale.
"Su questo punto la Lega in Umbria non cambia idea. Sorprende - prosegue Marchetti - che sindacati e alcuni partiti politici facciano polemica per mettere sullo stesso piano chi è stato condannato e chi no. Secondo i sindacati, con la nuova legge, il 40% dei richiedenti perderà il diritto alla casa popolare: ciò significa non solo che quasi un richiedente su due è pregiudicato, ma anche che ci sarà un 60% che non ha commesso reati e che finalmente dopo tanti anni non si vedrà scavalcare in graduatoria. Paradossale anche che certe richieste di modifica vengano avanzate da esponenti del Movimento 5 Stelle, partito che ha fatto del giustizialismo la sua bandiera al grido di ‘onestà’ e che ora invece in Umbria vuole favorire chi è stato condannato. La riforma delle case popolari è stata portata avanti nell’ottica dell’equità sociale unitamente al rispetto del principio della legalità e ricalca le leggi già approvate in tante regioni
governate dalla Lega e dal Centrodestra. Da un lato vi è il riconoscimento di maggiori tutele e diritti a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, giovani coppie, donne con figli minori a carico, dall’altro lato vi è un nuovo sistema che regolamenta i requisiti di
accesso alle graduatorie e disciplina i casi di decadenza".