"Carlo Acutis mi ha aiutato a guarire..."

La storia di un quindicenne perugino, Daniele Giglio, travolto da un’auto a maggio. "Ho pregato tanto e ho avuto la grazia"

Migration

"Non vedevo l’ora di uscire dall’ospedale e ho pregato Carlo Acutis affinché il Signore mi guarisse". Daniele Giglio, 15 anni, è stato esaudito. Il 22 maggio scorso era stato travolto da un’auto condotta da una signora 80enne che ha subito lanciato l’allarme, mentre camminava lungo la strada tra Castel del Piano e Pila. Le sue condizioni, gravissime, impongono un delicatissimo e rischioso intervento chirurgico, all’ospedale Santa maria della Misericordia.

La sua grande fede e la sua volontà, oltre alla capacità ovviamente dei medici di Perugia e Foligno (dove ha seguito la riabilitazione) gli hanno restituito la vita e i progetti futuri. Lui e i suoi familiari però sono convinti che dietro questa insperata e veloce guarigione ci sia in qualche modo la ’mano’ del Beato Carlo Acutis. Proclamato il 10 ottobre 2020 con una cerimonia officiata dal cardinale Agostino Vallini ad Assisi, dove è sepolto. Acutis, è al centro di numerose storie che parlano di guarigione come quella di Daniele: riempiono il web e i suoi genitori ricevono lettere e richieste di preghiere. Carlo Acutis morto a 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante, ha vissuto la sua breve vita nella fede che divulgava anche su Internet di cui è considerato Patrono. Per la sua beatificazione, la Chiesa ha ritenuto come miracolo la guarigione di un bimbo di sei anni che era affetto da una malformazione grave del pancreas.

Così Daniele, e il parroco don Francesco Buono, scelgono Acutis per chiedere la grazia della guarigione. Dopo quasi tre mesi di ospedale, Daniele entro agosto farà gli esami di terza media. Poi si è iscritto all’Itis, come il fratello. Durante la celebrazione dell’Assunta, don Francesco Buono gli ha dato la parola e Daniele ha ringraziato la Chiesa e chi è stato vicino a lui e alla sua famiglia durante la malattia. Una vera ondata di amore e di affetto che hanno toccato Daniele, i fratelli, i genitori e i nonni. La comunità di Castel del Piano, la parrocchia, le associazioni, i fedeli di Acutis. Tutti per alleviare il dolore di mamma e papà, che oggi è diventato una gioia. "Ringrazio il Signore per la grazia che mi ha fatto, perché il 22 maggio sembravo in fin di vita – ha detto Daniele in chiesa - poi per un mese sono stato in rianimazione e non ricordo niente di quello che è successo. I miei ricordi iniziano da quando ero sull’ambulanza per il trasferimento da Perugia a Foligno. A Foligno i dottori hanno detto che ci volevano mesi per guarire e per tornare a camminare. Dicevano che forse sarei uscito a settembre. Poi hanno cambiato idea e hanno detto che stavo facendo miglioramenti incredibili e inspiegabili. Un medico disse che se non ci fosse stato un intervento dall’alto non sarei guarito così in fretta".

A. Orfei