REDAZIONE UMBRIA

Cancian lascia, il futuro resta un’ipotesi

Il vescovo tifernate se ne va per i raggiunti limiti di età. Mercoledì 6 aprile le possibili prime indicazioni sulla nuova nomina

Quale futuro per la Diocesi? Un interrogativo che aleggia nell’aria in vista di mercoledì 6 aprile, giorno in cui il vescovo della diocesi di Città di Castello monsignor Domenico Cancian compirà 75 anni d’età e -secondo le disposizioni canoniche- ha già presentato al Santo Padre le dimissioni per raggiunti limiti di età. Era arrivato nel capoluogo tifernate il 23 settembre del 2007. "Adesso sono e siamo in attesa di quanto il Santo Padre deciderà per la nomina del successore", scrive monsignor Cancian nel Foglio di Collegamento diramato in queste ore dove di suo pugno, forgia un saluto ai suoi parrocchiani.

"Abbiamo già avuto modo di parlare in varie situazioni del futuro della Diocesi. Da parte mia ho cercato di far pervenire agli organi competenti le osservazioni emerse dal presbiterio e dai laici", aggiunge monsignor Cancian appellandosi ai suoi parrocchiani e invitandoli a un duplice impegno. Il primo è una preghiera affinchè giunga per la Chiesa Tifernate, che ha una lunga storia ecclesiale, sociale e culturale, "un buon Pastore che la continui a guidare nel tempo presente e futuro"; il secondo è invece un invito all’umiltà. "Dato che per noi cristiani questo non è semplicemente un momento amministrativo, mettiamoci in atteggiamento di umiltà, obbedienza e fede nell’accogliere colui che sarà inviato come guida apostolica della nostra Chiesa", scrive ancora monsignor Cancian che saluta la diocesi ringraziando "i tifernati del grande affetto, della vicinanza e dell’obbedienza testimoniati in questi quasi 15 anni. Vi chiedo di fare altrettanto, e più, con chi mi succederà". Il futuro della diocesi è una questione molto sentita a Città di Castello dove nelle scorse settimane era stata lanciata persino una proposta da parte di alcuni rappresentanti della Consulta delle aggregazioni laicali che nel corso di una conferenza stampa avevano suggerito di "costituire una nuova diocesi che potesse unire tutta l’Alta valle del Tevere, i cui centri più rilevanti sono Città di Castello e Sansepolcro". A chiederlo rappresentanti di oltre 15 associazioni che sono scese in campo per lanciare l’idea di unire l’intera vallata nel nome della fede e facendo leva sulle caratteristiche geografiche, demografiche, culturali e sociali favorevoli a un’azione pastorale omogenea, soprattutto negli ambiti del lavoro, della famiglia, dei giovani, della formazione. Ma la proposta incontrò subito il no del vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.