Aperitivi, cene e strategie “social“ Quanto costa la scalata al seggio

Il tetto massimo stabilito da una legge del ’93 per la campagna elettorale in Umbria è di 56mila euro. Con facebook e instagram si risparmia, ma il panino con la porchetta resta il miglior metodo acchiappavoti

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Social network, pubblicità, cene e aperitivi. Quanto spendono i candidati per la campagna elettorale in una regione piccola come l’Umbria? Difficile stabilirlo con precisione, anche perché nel tempo le strategie comunicative sono profondamente cambiate. Di sicuro vale la pena investire qualche migliaio di euro, dato che poi una volta eletti a Roma si portano a casa dai 13 a 14mila euro al mese esentasse. Sì, tra indennità, rimborsi e agevolazioni la cifra una volta seduti su uno scranno di Montecitorio o Palazzo Madama è quella. E allora, soprattutto chi pensa di poter conquistare un seggio, qualche soldo ce lo investe.

Quanti? Difficile dirlo. Dipende dalla disponibilità, da quanto il partito decide di aiutare i candidati, da quanto il singolo aspirante vuole impegnarsi. Quello che va più di moda al momento – manco a dirlo – è l’utilizzo dei social network. E il loro uso può essere fatto in molti modi: autonomamente, con qualche amico che dà una mano, con il personale di segreteria del proprio partito – sempre che ne sia capace – oppure assoldando un social media manager. I costi naturalmente variano a seconda della scelta che si vuol fare: la cosiddetta ‘sponsorizzazione’ sui social può partire da 20-30 euro al mese per arrivare a cifre molto più importanti, dipende da quanto spazio e visibilità si vuole avere. Un social manager per una campagna elettorale può costare anche 5mila euro. Ma chi si li può permettere? Di sicuro i parlamentari uscenti, dato che in quattro anni e mezzo di legislatura, al lordo del contributo al proprio partito, si sono ‘messi in tasca’ circa 700mila euro. Per il singolo candidato ormai la spesa per i manifesti è marginale: sia perché è un metodo di comunicazione in disuso, sia perché i partiti scelgono sempre più spesso il volto del proprio leader, dato che i listini sono bloccati e non ci sono preferenze. E anche i ‘santini’ vanno sempre meno di moda, anche se per la stampa di questo materiale si possono spendere in un mese dai mille ai cinquemila euro. Alcuni decidono anche di investire in pubblicità nelle tv private e nei giornali, metodo che, sentendo i politici, ha sempre un suo "ritorno".

Ma quelle che non tramontano mai sono cene e aperitivi: se ne possono fare anche tre o quattro per sera nelle ultime due settimane. Ecco, questo è un sistema sempre in voga, che non tramonta e difficilmente tramonterà. Offrire un aperitivo, un panino con la porchetta, o una cena ha sempre un suo perché e di solito è un metodo acchiappavoti efficace. La legge in materia (che risale al 1993) prevede comunque che le spese dei singoli candidati in Parlamento non possono superare i 52.000 euro per ogni circoscrizione o collegio elettorale e della cifra ulteriore pari al prodotto di euro 0,01 per ogni cittadino residente nelle circoscrizioni o collegi elettorali nei quali il candidato si presenta (altri 4mila euro). Volendo insomma, di denaro se ne può spendere parecchio...

M.N.