
Tensioni interne alla Cassa di Risparmio di Orvieto: sindacati interrompono relazioni industriali, contrasti tra soci e dirigenza in vista della vendita.
ORVIETO Cresce la tensione interna alla Cassa di risparmio di Orvieto. Mentre la banca è ormai da un paio di mesi in vendita e l’azionista di maggioranza, il Medioecredito Centrale, ha deciso di collocarla sul mercato al termine di una intensa fase che si è concentrata sul risanamento, precipitano ai minimo storico i rapporti tra la dirigenza e i lavoratori. Le rappresentanze sindacali hanno infatti interrotto le relazioni industriali in seguito a quello che gli stessi sindacati definiscono "il grave atteggiamento di totale chiusura dell’azienda ad ogni istanza da parte dei dipendenti, all’iniquità di trattamento tra i lavoratori all’interno del Gruppo Mediocredito Centrale e all’incomprensibile e controproducente politica aziendale che si è tentato in ogni modo di arginare senza successo". "Risulta infatti inspiegabile-prosegue il sindacato-come un’azienda a capitale pubblico, partecipata da Invitalia e orientata ad obiettivi continuamente sbandierati sui canali social, possa poi nella realtà dimostrare atteggiamenti di immotivata ostilità nei confronti di chi, ogni giorno, con il proprio lavoro contribuisce a produrre utili per la banca e ricchezza per il territorio". Ad essere molto tesi non sono solamente i rapporti sindacali, ma anche quelli tra i soci della stessa azienda di credito, ovvero il Mediocredito e la Fondazione Cassa di risparmio che attualmente detiene un pacchetto azionario del 15%, ridottosi in seguito ad un controverso aumento di capitale a cui la Fondazione stessa aveva deciso di non aderire, cercando in ogni modo di opporsi a questa decisione. A cui però ha fatto seguito l’esclusione dal consiglio d’amministrazione della Cassa dai rappresentanti della fondazione.