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Albo d’Oro: che figuraccia I politici lo usano da anni come "resa dei conti"

Anche stavolta, come nel 2017, saltano tre nomine per invidie e veti incrociati. Lite in maggioranza e dentro i partiti: il presidente Arcudi punta il dito. .

Albo d’Oro: che figuraccia I politici lo usano da anni come "resa dei conti"

Di nuovo la massima onorificenza cittadina – Albo d’Oro – diventa lo strumento per la resa dei conti tra partiti e nei partiti, sopratutto di maggioranza. Era successo sei anni fa, nel 2017, quando per invidie personali, veti incrociati e chissa cos’altro, saltò la nomina di un "gigante" come lo storico Alberto Grohmann. Poi l’anno scorso per rifarsi, il Consiglio comunale nominò ben cinque soggetti, in modo che gli appetiti venissero tutti soddisfatti. Ma quest’anno nuovo inciampo.

Se si va a vedere la lista di chi c’era e di chi mancava, si capiscono molte cose. Così alcuni hanno preferito non presentarsi proprio per evitare imbarazzi, dato che non erano assolutamente d’accordo con alcune "nomination". Altri (uno) hanno annullato il voto, altri ancora hanno dichiarato ai quattro venti che non avrebbero votato il tale candidato proprio perché proposto da un suo avversario… Piccolezze insomma, per un regolamento che andrebbe rivisto: più volte da queste colonne abbiamo scritto che quattro insigniti all’anno sono troppi. E lo confermiamo. Intanto il presidente del Consiglio comunale, Nilo Arcudi (foto, tra i promotori per l’ennesima volta dell’avvocato Ruggero Stincardini), scrive: "Utilizzare una data così simbolica come il XX Giugno nella storia di Perugia per tramare nell’ombra contro la propria maggioranza, chiedendo di non votare i nominativi concordati dalla commissione Albo d’oro o votare contro la proposta di iscrizione, utilizzando il voto segreto, testimonia, come non basta diventare consigliere comunale per essere all’altezza della straordinaria storia del comune di Perugia". Arcudi non fa nomi, poiché il voto per l’Albo d’Oro è segreto, ma non è certo un mistero che i suoi rapporti politici con Massimo Pici, eletto come lui nella lista ‘Perugia Civica’ siano ormai completamente deteriorati. E Radio Palazzo parla di franchi tiratori dentro Forza Italia: una parte del gruppo, infatti, più volte ha espresso perplessità su alcuni azioni promosse dalla Giunta. "Dispiace molto che – conclude Arcudi –, dopo anni di positivo rapporto sul piano istituzionale, l’opposizione non abbia condiviso con noi, come sempre accaduto in questi anni, la proposta della commissione". Per la cronaca gli altri due bocciati sono il blogger e modello Mariano Di Vaio e l’ingegner Massimo Mariani. Unico scelto invece il patro di Umbria Jazz, carlo Pagnotta.