Rincari di energia e materie prime, a Terni l'area a caldo di Ast riapre a metà

Dopo la fermata estiva riattivata solo una linea su due. Non scatta la cassa integrazione: lavoratori impiegati in formazione

Un reparto delle acciaierie ternane

Un reparto delle acciaierie ternane

Terni, 31 agosto 2022 Dopo la fermata estiva, che termina oggi, riapre per ora solo una delle due linee produttive dell'area a caldo di Acciai Speciali Terni. L'azienda, presieduta dal cavalier Giovanni Arvedi, non attiverà comunque la cassa integrazione.

I lavoratori interessati dal fermo produttivo saranno impegnati in attività di formazione o dislocati in altri impianti. La scelta di riaprire a metà l'area a caldo è dovuta ai clamorosi rincari non solo dell'energia ma anche del rottame e in genere delle materie prime, nichel, cromo e molibdeno.   

Le rsu  avevano chiesto delucidazioni sui volumi produttivi di settembre, dopo che il management del gruppo Arvedi aveva  dapprima convocato e poi rinviato un incontro con le organizzazioni sindacali per discutere degli aggiornamenti sulle prospettive produttive dell'Acciaieria, proprio in base all'impennata dei costi. 

La produzione di  settembre è stimata in 88mila tonnellate di acciaio fuso. La situazione rimane in evoluzione: non è escluso infatti che l'area a caldo  possa tornare a marciare a breve a pieno regime. Qualche stop è previsto anche in un paio di impianti dell'area a freddo.