REDAZIONE UMBRIA

"Abbiamo affrontato il nostro Golia. E abbiamo vinto"

Tommaso Ciacca, primario di Anestesia e Rianimazione: "Non dovevamo essere un ospedale Covid, poi sono arrivati i pazienti"

Ha lottato contro il covid insieme ai suoi collaboratori e ora propone alcune idee per far decollare l’ospedale di Orvieto. E’ Tommaso Ciacca, primario di Anestesia e Rianimazione.

Come potrebbe sintetizzare la gestione dell’emergenza sanitaria da parte dell’ospedale di Orvieto?

"L’immagine che sintetizza è quella di Davide che con la sua fionda affronta Golia. Questo ospedale non doveva essere tra quelli covid in Umbria; eppure nella fase di maggior afflusso di pazienti a livello regionale, siamo stati costretti ad accogliere e trattare cinque pazienti affetti da covid, in gravi condizioni, in Terapia Intensiva. Lo staff da me diretto era preparato ad intervenire, ci eravamo formati sulle esperienze del nord. Sapere oggi che quattro dei cinque pazienti si trovano a casa e uno ora è in un percorso di riabilitazione ci fa pensare che il nostro Golia è stato vinto".

A quale tipo di difficoltà o tensione è stato sottoposto il servizio di Rianimazione?

"Abbiamo avuto diverse fasi di stress: quando sapevamo che non potevamo essere operativi per covid, per la voglia che avevamo di essere in prima linea in un tale momento storico; quando abbiamo iniziato a ricoverare e intubare i primi pazienti in Terapia Intensiva sia per cercare di trattarli nel modo migliore sia per organizzare percorsi sicuri per tutti gli operatori; quando ci è stato chiesto, dopo circa un mese, di ritornare no-Covid, perché volevamo completare la cura sui pazienti ai quali ci eravamo particolarmente affezionati".

Quella dei rianimatori continua ad essere una figura di cui si lamenta ancora la carenza. Quali sono i fronti sui quali intervenire per far decollare questo ospedale?

"Per far decollare l’ospedale è necessario rafforzare tutta l’area di emergenzaurgenza in quanto ciò è funzionale a tanti altri fronti innanzitutto per la sicurezza del punto nascita, quindi per i percorsi chirurgici in elezione e in urgenza e per una risposta solida in caso di emergenza come è stato in questo difficile periodo. Ci dobbiamo sempre ricordare che è l’unico dei 5 ospedali di emergenza di primo livello umbri che si trova totalmente isolato in termini di distanze sia dai principali hub di Perugia e Terni che dagli altri ospedali. Noi dobbiamo essere autonomi ma abbiamo organici in difficoltà in tanti reparti. La Regione dovrebbe comprendere meglio il ruolo strategico dell’ospedale per motivi evidenti a tutti".

Più in generale, come valuta questa struttura? Cosa manca e cosa si dovrebbe fare di più o di diverso?

"Per Anestesia e Rianimazione dopo 8 anni abbiamo finalmente due infermieri per turno in Terapia Intensiva, siamo cioè riusciti a dare applicazione alle delibere aziendali che prevedono i 5 posti letto . Questo non può essere provvisorio perché legato all’emergenza. L’organico infermieristico deve essere comunque completato come quello medico per il quale ho chiesto un ampliamento per poter garantire alcuni servizi importanti come l’analgesia epidurale in travaglio di parto. La parte strutturale va un po’ adeguata con interventi mirati".

Cla.Lat.