GIANLUCA BARNI
Sport

Gli auguri dei grandi calciatori arancioni per i 100 anni di vita della Pistoiese

Dai capitani storici Tuci, Bellini e Borgo a Brio, che vinse il campionato di C in arancione e tutto con la Juventus, e bomber Colombo

L'esultanza di Colombo dopo il gol a L'Aquila, nel 2016

Pistoia, 21 aprile 2021 -21 aprile 2021: una data che fa storia. Cento di questi giorni, Pistoiese. Una passione infinita, nonostante tutto e tutti. Tifare Pistoiese non è semplice: occorre animo sincero e tempo e pazienza e coraggio. Ma l’arancione era, resta e sarà un colore stupendo: affascinante. “Tanti auguri, cara Pistoiese per questi primi 100 anni – festeggia la ricorrenza la bandiera Romolo Tuci, che lo scorso 13 aprile ne ha fatti 90 –. Auspico il meglio per te. Che cosa ha rappresentato? Tutto. Sono nato a Pistoia, ho giocato soltanto nella Pistoiese”. Dal capitano, pistoiese doc, da 344 presenze a colui che è stato l’unico ad averlo “battuto”:

il pratese Andrea Bellini, che ha issato il record a 396. “Devo un po’ tutto alla Pistoiese. E dire che non volevo venire a giocare a Pistoia e mi spiego. Pochi giorni prima, vestendo la maglia del Prato, avevo marcato Rudi Voeller, il centravanti della Roma, in una partita di Coppa Italia. La dirigenza, però, mi fece sapere che a Prato non c’era più posto per me. Ricevetti l’offerta della Pistoiese, ma cercavo squadra in categorie superiori. Fu il grande Mario Frustalupi a convincermi ad accettare la maglia arancione e l’Interregionale ed è stata la mia fortuna, vista la trafila che ho fatto, la trafila che abbiamo fatto. Detto da un pratese, credo che acquisti maggior valore. Allora che cosa posso auspicare? Come minimo altri 100 anni di grosse soddisfazioni”.

Terzo capitano coraggioso, Sergio Borgo. “Con la Pistoiese ho vissuto le emozioni più forti della mia vita calcistica – sostiene il ‘filosofo’ –. Io e il massaggiatore Antonio Pagni siamo stati gli unici due che abbiamo vissuto interamente l’epopea di Marcello Melani, dell’Olandesina. Sapere di essere ricordato anche più di altri calciatori, maggiormente rappresentativi di me, è una soddisfazione enorme, ancora più bella. Il presente non è piacevole, ma consentitemi una metafora a luci rosse: rammentatevi che l’esistenza è come la pelle dell’organo genitale maschile, va su e giù”.

Fu compagno di spogliatoio di Borgo, Sergio Brio, poi plurivittorioso con la Juventus di Boniperti e Trapattoni. “Quando i giornalisti mi elencano i successi avuti in carriera, spesso si dimenticano del campionato di serie C vinto a Pistoia. Ebbene, li correggo sempre: per me quella promozione vale uno scudetto. Non posso scordarmi di chi mi ha lanciato, da Melani a Nassi, passando per Magrini, Pagni. Non c’è futuro senza passato. Auguro alla Pistoiese ogni bene. Faccio il tifo per la Juventus, la Pistoiese e il Lecce, le tre formazioni ove ho giocato (a Lecce, solo 20 minuti). Non è una stagione facile, ma auguro che i tifosi tornino a tifare la compagine della loro città. I pistoiesi meritano una squadra vincente. La squadra di Melani aveva credibilità. Oggigiorno, purtroppo, è stata persa”.

“La Pistoiese è stata la svolta della mia vita – osserva Corrado Colombo –: dapprima a livello professionale (era la prima volta che, lasciando Bergamo, giocavo da professionista), poi a Pistoia ho conosciuto mia moglie e messo su famiglia. Lo stare troppo bene in città, circondato da tanti amici, può essere stato anche un mio limite: tranne Bari, che non potevo rifiutare, ho scelto località sempre vicine a Pistoia, perdendo qualche opportunità importante. Auguro alla Pistoiese di tornare a riempire lo stadio, come quando feci gol al Cesena, ai bambini di poter indossare l’arancione arrivando a segnare al ‘Melani’ e a festeggiare una promozione in Piazza del Duomo. La rete che rammento con più affetto è datata 2016: il momentaneo 1-0 in Pistoiese – L’Aquila, con la fascia da capitano al braccio. L’aspettavo da 16 anni: indimenticabile”. Se qualche lacrima rigasse il vostro volto, lasciatela scorrere.