Nicholas Mungai, il judoka che porta Pistoia ai Giochi Olimpici di Tokyo

Il 28enne è numero 23 del ranking mondiale e cercherà di stupire. Fa parte del Centro Sportivo Olimpico Esercito

Per Nicholas Mungai prima Olimpiade (foto Fijlkam)

Per Nicholas Mungai prima Olimpiade (foto Fijlkam)

Pistoia, 7 luglio 2021 - L’itinerario è tracciato: da Pistoia a Tokyo passando per Torino. Con sei tifosi speciali: le nonne Luana e Antonella, babbo Cristiano, la fidanzata Leila, la sorella Irene; dall’Alto, il sorriso, dolce, di mamma Anna, volata via troppo presto ma sempre vicina, ogni attimo. “Sono tozzo”, si presenta con autoironia Nicholas Mungai, classe ’93 (ha festeggiato 28 anni il 4 luglio), judoka di 180 centimetri categoria entro i 90kg, tesserato del Centro Sportivo Olimpico Esercito, l’unico atleta pistoiese che prenderà parte alle Olimpiadi di “Tokyo 2020”. Il nostro, cresciuto nel Kodokan Pistoia ma divenuto campione con l’Akiyama Settimo (la società ove si allena) e poi con l’Esercito Italiano (è primo caporal maggiore), era il primo dei non qualificati: ha usufruito di una continental quota, ma questo non inganni: è numero 23 del ranking mondiale, uno tosto.

Nato per caso a Poggibonsi (“I miei scelsero quell’ospedale perché praticava il parto in acqua”), ma pistoiese purosangue (“Ci ho vissuto sino a 18 anni, poi mi sono spostato a Settimo Torinese per fare judo di alto livello”), è dottore in Scienze Motorie. “La passione per il judo? È stata trasmessa da mio padre: iniziammo tutti assieme. Mio papà aveva praticato il judo da ragazzino e riprese come amatore, mia madre incominciò da zero e così io, ad appena 5 anni. Poi è stata la volta di mia sorella. Babbo e mamma si tolsero delle soddisfazioni, diventando cinture nere, Irene era davvero bravina, ma ora si diverte col ju jitsu”. Lui, che vive con Leila a Torino, se la cava in cucina, ma soprattutto con la chitarra elettrica. Tredici, quattordici allenamenti settimanali, tra tatami e pesi. Tanto per restare nel quadriennio olimpico, 2 titoli italiani assoluti nel 2017 e ‘18, bronzo a Bucarest nel 2017 al Continental Open, bronzo al Gran Prix a Zagabria, altri allori e piazzamenti che l’hanno fatto salire in classifica.

“Ho realizzato un sogno: andare ai Giochi Olimpici. Ma per come sono fatto, se vado in Giappone è perché posso giocarmela con tutti. Con il primo del ranking iridato ho sempre perso, ma lottato alla pari. E così ho vinto contro judoisti che mi precedono in graduatoria. Nel judo te la puoi giocare sempre, non parti battuto”. Racconta i suoi programmi. “Dopo ‘Tokyo 2020’ vorrei arrivare sino alle Olimpiadi di Parigi 2024. Poi, magari, restare nell’ambiente, come allenatore. Ho sempre pensato di rientrare a vivere a Pistoia, perché Torino è una citta splendida e ospitale, ma sono pistoiese. Chissà se il lavoro me lo consentirà. Ringrazio il Centro Sportivo Olimpico Esercito, per avermi sempre supportato, l’Akiyama, la mia famiglia, la mia ragazza. E poi… fate il tifo per me”. Ci conti: non potendo in presenza, tutti dinnanzi al televisore.

Gianluca Barni