Multiutility, i paletti di Intesa. Blindato tesoretto da 150 milioni

Le richieste per il conferimento ad Alia del 25% delle quote dei 48 Comuni tra Senese e Grossetano

di Orlando Pacchiani

SIENA

Che la trattativa sia a un punto cruciale, lo testimoniano le bocche cucite degli amministratori interessati. "Quel documento non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza", dice uno di loro a garanzia dell’anonimato, riferendosi al promemoria interno svelato da La Nazione a proposito della road map di Intesa verso la Multiutility toscana, la grande aggregazione su scala regionale destinata a cambiare il panorama e la governance dei servizi pubblici a rete in Toscana.

Intesa è la società di servizi pubblici (figlia delle vecchie municipalizzate del gas e dell’acqua) che riunisce i 35 Comuni della provincia di Siena, più altri tredici aretini e grossetani, indirizzata verso la cessione del suo 25% di Estra ad Alia proprio nell’ottica Multiutility, ma non a tutti i costi. E nel documento si fissano alcuni passaggi chiave: mantenimento di una sede della Multiutility a Siena (si ipotizza la divisione gas, in ballo l’affitto della sede Estra che oggi porta oltre 800mila euro annui nelle casse di Intesa), garanzia dei livelli occupazionali, due posti nel consiglio di amministrazione, uno dei quali per il capoluogo, il riconoscimento di premi aggiuntivi alla valorizzazione di 150 milioni di euro da trasformare in una partecipazione al capitale di Alia di circa il 13%.

In caso contrario, non si verificherebbe nulla di tutto ciò, con Siena che resterebbe con il suo 25% di Estra sostanzialmente inutilizzabile, dopo i patti parasociali tra Alia e Coingas, cioè Firenze e Arezzo, che hanno tagliato fuori Intesa. Una partita complicata, che ha visto inizialmente fare da traino il capoluogo Siena nella ricerca di una via d’uscita, per poi trovare d’accordo tutti i Comuni, senza distinzione di colore politico.

Il consiglio di amministrazione guidato da Andrea Rossi ha ricevuto mandato per trovare la soluzione, formalmente con l’"Atto di inidizzo per la tutela e valorizzazione del patrimonio di Intesa spa" approvato nell’assemblea del 6 marzo. L’obiettivo è coinvolgere anche una fetta rilevante del sud della Toscana, incentrato sulla provincia di Siena, nella gestione di questo passaggio cruciale.

I tempi? C’è un orizzonte temporale che quasi certamente dovrà essere valicato: soltanto in provincia di Siena, il 9 giugno, voteranno 29 dei 35 Comuni. Impensabile che prima di quella data possa essere presa una decisione definitiva da amministrazioni in scadenza, considerando che i consigli comunali dovranno votare l’atto sul cui impianto sta già lavorando una commissione composta da tre segretari generali.

Prima di quel passo formale, le amministrazioni comunali vorranno capire dal presidente Rossi qual è il punto di caduta delle trattative, partendo dal presupposto dell’"interesse a valutare la propria partecipazione al processo di costituzione di un soggetto industriale di livello industriale, a forte caratterizzazione pubblica, in grado di riorganizzare e razionalizzare i servizi a rete in àmbito regionale", come dichiarato nell’atto di indirizzo approvato un mese fa.

Riuscirà Intesa a strappare condizioni migliori di quelle considerate comunque irrinunciabili? Sul piatto, per Alia Multiutility, c’è l’obiettivo strategico di fare più massa critica possibile, portando tutta la Toscana convintamente all’interno del nuovo progetto. Bisognerà capire se sul rilancio di Siena, per esempio sulla questione sede, si troverà una quadratura che possa convincere sia Alia stessa sia tutti i Comuni soci di Intesa.